Cateno De Luca lancia a Cagliari la campagna 'Libertà' contro le multinazionali green

In una serie di eventi che hanno toccato le città di Cagliari, Quartu Monserrato, Selargius, Sanluri, Alghero, Sassari e Monti, De Luca ha presentato "Libertà", un movimento che si oppone fermamente alla presenza delle multinazionali green nei territori italiani.

Durante l'evento, che ha coinciso con "Sa Die De Sa Sardigna", una giornata dedicata all'identità sarda, De Luca ha sottolineato la necessità di un collegio elettorale unico per la Sardegna, staccato dalla Sicilia.

Ha criticato apertamente l'attuale governo per non aver ascoltato le richieste delle comunità locali: "Roma è sorda ai vostri diritti," ha dichiarato, sollecitando i presenti a rivolgersi ai loro rappresentanti per ottenere risposte.

Nel corso della sua visita, il leader di "Sud chiama Nord" ha anche affrontato tematiche ambientali, opponendosi all'uso del territorio per scopi che non rispettano le esigenze locali. "Non vogliamo il saccheggio dei nostri territori con la scusa delle energie rinnovabili," ha affermato De Luca, aggiungendo che tali pratiche riducono la redditività dei terreni agricoli e costringono i proprietari a cedere alle pressioni delle lobby delle energie rinnovabili.

La campagna "Libertà" mira a portare una ventata di cambiamento a Bruxelles, con una squadra determinata a difendere le identità e le tradizioni italiane nell'UE.

Tra i candidati sardi figura Barbara Figus del Movimento del popolo della famiglia, che De Luca ha caldamente raccomandato agli elettori sardi.

Cateno De Luca si propone di rappresentare un'alternativa concreta alla politica tradizionale, mettendo in discussione non solo le politiche ambientali europee ma anche la qualità dei prodotti alimentari importati, opponendosi alla carne sintetica e ai prodotti non nazionali di bassa qualità nei supermercati locali.

L'8 e il 9 giugno, quando gli italiani si recheranno alle urne per le elezioni europee, la voce di Cateno De Luca e del movimento "Libertà" cercherà di farsi sentire in un'Europa che, secondo loro, deve rinnovarsi.