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Condannati a morte due fratelli di 19 e 21 anni

12-01-2020 13:22 - ESTERI
Due fratelli di 19 e 21 anni, Stanislaw e Illya Kostsew, sono stati condannati a morte dal tribunale Bielorusso dopo essere stati giudicati colpevoli dell'omicidio della loro ex insegnante.

Le speranze che per loro venga emessa la grazia sono minime data la gravità del reato di cui si sono macchiati.

I due fratelli Kostsew uccisero la loro insegnante che aveva richiesto ai servizi sociali che venissero allontanati dalla sorella: i due – come accertato – hanno pugnalato la donna e per tutta la notte hanno continuato ad accanirsi sul suo corpo prima di ucciderla e incendiare la sua casa allo scopo di far sembrare la morte della professoressa un incidente. La brutalità del delitto ha convinto il presidente bielorusso ad accogliere la richiesta di condanna a morte.

Secondo quanto riferisce Amnesty International le condizioni di detenzione dei condannati a morte in Bielorussia sono particolarmente crudeli.

La segretezza che circonda l’uso della pena di morte è una pratica comune in questo paese.
Non viene dato alcun avviso sulla data dell’esecuzione al prigioniero, ai suoi parenti o rappresentanti legali e nessun incontro finale è concesso alle famiglie.

Ai prigionieri viene detto che saranno messi a morte solo pochi istanti prima di essere bendati, ammanettati, costretti a inginocchiarsi e fucilati alla nuca.

In conformità con la legislazione bielorussa, il corpo non viene restituito alla famiglia e il luogo di sepoltura non viene divulgato causando estremo dolore ai familiari.

La Bielorussia è l’ultimo paese in Europa e nella regione dell’Asia centrale (compresa l’intera ex Unione Sovietica) che continua a imporre condanne a morte e a portare a termine esecuzioni.

Il crimine di cui si sono macchiati i due ragazzi ha profondamente indignato l'opinione pubblica bielorussa e lo stesso presidente del paese Alexander Lukashenko non ha esitato a definire "feccia" i due ragazzi, e quindi giudicato colpevoli dell'assassinio di Natalya Kostritsa.

Il consiglio d'Europa per i diritti umani è più volte intervenuto contro le esecuzioni capitali sentenziate dal governo bielorusso ( nominalmente Repubblica, ma di fatto considerato stato totalitario).

In un comunicato pubblicato sul portale del Consiglio Europeo con riferimento ad una precedente esecuzione capitale si legge: " Il Comitato dei Ministri esprime profondo rammarico per l'esecuzione di Alyaksandr Zhylnikau, annunciata il 13 giugno 2019, e invita le autorità bielorusse a non giustiziare Vyachaslau Sukharko, condannato per lo stesso reato di Zhylnikau.
Il Comitato riafferma la sua netta opposizione alla pena capitale e ribadisce il suo fermo appello alle autorità bielorusse affinché introducano una moratoria sulle esecuzioni come primo passo verso l'abolizione della pena di morte.
Il Comitato dei Ministri è pronto ad assistere le autorità bielorusse nel promuovere il dibattito pubblico sulle questioni relative alla completa abolizione della pena di morte, come previsto dalla Costituzione bielorussa".

La pena capitale in Bielorussia è prevista per 14 reati che vanno dall'omicidio a una serie di reati militari e contro la sicurezza dello Stato, ai crimini contro l’umanità:
1) Lancio o condotta di guerra aggressiva (articolo 122, parte 2);
2) Omicidio di un rappresentante di uno stato straniero o di un'organizzazione internazionale al fine di provocare complicazioni o guerre internazionali (articolo 124, parte 2);
3) Terrorismo internazionale (articolo 126);
4) Genocidio (articolo 127);
5) Crimini contro l'umanità (articolo 128);
6) Applicazione delle armi di distruzione di massa ai sensi dei trattati internazionali della Repubblica di Bielorussia (articolo 134);
7) Violazione delle leggi e dell'uso della guerra (articolo 135, parte 3);
8) Assassinio commesso in circostanze aggravanti (articolo 139, parte 2);
9) Terrorismo (articolo 289, parte 3);
10) Tradimento connesso con l'omicidio (articolo 356, parte 2);
11) Cospirazione per impadronirsi del potere statale (articolo 357, parte 3);
12) Atti terroristici (articolo 359);
13) Sabotaggio (articolo 360, parte 2);
14) Assassinio di un agente di polizia (articolo 362).

Nell’articolo 24 della Costituzione si legge che “la pena di morte può essere applicata come misura eccezionale di punizione solo in caso di gravi crimini, nel rispetto della legge e in base a sentenza di tribunale, fino a che non sarà abolita”.

Come riporta ancora Amnesty International " A partire da settembre 2018, sappiamo che ci sono almeno quattro prigionieri nel braccio della morte. Tuttavia, il numero esatto non può essere confermato perché le autorità non hanno divulgato informazioni aggiornate.
Chiediamo alla Bielorussia di stabilire una moratoria ufficiale sulle esecuzioni e di commutare le condanne a morte di tutti i prigionieri nel braccio della morte" .


Fonte: Redazione Cagliari Live
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