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Don Lino Viola si oppone all’interruzione della messa. Santo subito.

25-04-2020 19:12 - ITALIA
Siamo a Soncino (Cremona), 20 aprile 2020 don Lino Viola, parroco di Gallignano, sta celebrando messa nella grandissima chiesa di 300 mq, sono presenti 13 persone: oltre al parroco che stava celebrando la messa anche un diacono, un organista e tre chierichetti.

All'improvviso durante la celebrazione irrompono i carabinieri, uno si avvicina all'altare interrompendo la celebrazione per parlare col prete ed intimargli di interrompere e sgomberare in quanto gli assembramenti sono vietati dal decreto. Don Lino si rifiuta e spiega che non sta commettendo nessun reato, che tocca l'eucarestia con le pinze ma nulla, il carabiniere torna alla carica interrompendo nuovamente il parroco spiegando che può dire messa difronte alle telecamere, Don Lino espone il contenuto del decreto e poi afferma di voler pagare la multa e prosegue con la celebrazione.
Don Lino parla di abuso di potere e dopo pochi minuti ecco nuovamente il poliziotto che interrompe la celebrazione, si avvicina all'altare con un telefono dicendo a Don Lino che il Sindaco vuole parlargli.
Don Lino si rifiuta e non risponde al telefono dicendo che avrebbe chiamato poi il Sindaco. Alla fine della celebrazione Don Lino si scusa con i fedeli per l'accaduto spiegando che c'era la sicurezza necessaria vista la grandezza della chiesa e che i pochi fedeli sono a debita distanza e con le mascherine.

Il comunicato della diocesi:
"Riguardo alla vicenda pur consapevole dell'intima sofferenza e del profondo disagio di tanti presbiteri e fedeli per la forzata e prolungata privazione dell'Eucaristia, non può non sottolineare con dispiacere che il comportamento del parroco è in contraddizione con le norme civili e le indicazioni canoniche che ormai da diverse settimane condizionano la vita liturgica e sacramentale della Chiesa in Italia e della Chiesa cremonese. La Diocesi sente il dovere di ringraziare tutti i presbiteri cremonesi che in questo difficile periodo hanno saputo esprimere un profondo senso di comunione e di appartenenza ecclesiale anche attraverso il rigoroso e puntuale rispetto dell'attuale normativa, consapevoli della responsabilità che la Chiesa ha nei confronti della società civile e della salute dei nostri concittadini. Questo lungo periodo emergenziale ha visto presbiteri e fedeli accomunati nella intelligente e appassionata ricerca di tutti quei mezzi e strumenti che hanno in qualche modo supplito alla dolorosa mancanza della vita liturgica e pastorale ordinaria delle nostre comunità. La Chiesa Cremonese guarda con ponderata fiducia ma soprattutto con sapienza evangelica al tempo in cui ci sarà dato modo di riprendere con gradualità e prudenza le celebrazioni comunitarie e le altre forme di vita pastorale delle nostre comunità e condivide in spirito di comunione lo sforzo della Conferenza Episcopale Italiana per comprendere, d'intesa con l'autorità pubblica, quali saranno i prossimi passi che la Provvidenza ci chiamerà a fare".


La risposta di Don Lino:
«Purtroppo, e questo mi ha fatto male, la Curia Vescovile, senza minimamente interpellarmi, ha fatto pubblicare una nota in cui mi si accusa di non essermi attenuto alle prescrizioni civili e religiose. Piena sintonia con i miei superiori ai quali mi permetto di chiedere umilmente di ascoltare i propri sacerdoti prima di emettere sentenze che possono minare la tanto auspicata fraternità».

Lontani i tempi in cui i perseguitati, i ricercati trovavano asilo in Chiesa e non potevano essere prelevati dalle forze dell'ordine, per fortuna è intervenuto su Twitter il cardinale Angelo Becciu, prefetto della Congregazione per le Cause dei Santi. dichiarando in un tweet «A un sacerdote esterrefatto per quanto accaduto a un confratello nella diocesi di Cremona ho detto: deve essere difeso il principio che a nessuna autorità è consentito di interrompere la messa. Se il celebrante è reo di qualche infrazione sia ripreso dopo, non durante!».

Ora è permesso portare il cane a spasso, andare fare jogging ed è vietato seguire la messa!!

Tenuto conto che il parroco aveva già messo in atto tutte le precauzioni necessarie mi sembra veramente esagerata l'ingerenza dello Stato.
Un plauso a Don Lino che con grande educazione e fermezza ha dimostrato che non c'è nessuno al di sopra di Dio, e che la messa è un momento solenne non una festicciola da sgomberare, a troppi sfugge che l'eucarestia è il corpo e il sangue di Cristo fatto uomo, che Dio abbia misericordia di voi.




Fonte: Mariangela Campus
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