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La Sardegna e il territorio occupato dalla difesa, un confronto sempre aperto

03-12-2023 12:21 - SARDEGNA
A proposito di siti militari dismessi e poi nella disponibilità del patrimonio immobiliare della Regione Autonoma della Sardegna, diventa quasi inevitabile parlare dell'ex Arsenale della Marina Militare di La Maddalena e dell'ex ospedale militare, meglio conosciuto come Marinferm.
Siti dove si pensò realizzare le strutture che dovevano ospitare il G8 nel lontano 2009, poi come tutti sappiamo, a seguito del terremoto in Abruzzo e lo spostamento del G8 a L'Aquila, queste strutture di fatto non sono mai state utilizzate appieno e oggi a distanza di circa 15 anni, cosa è rimasto di queste strutture?

Qual’è lo stato dell'arte e soprattutto cosa si prospetta per il futuro di questi siti militari dismessi in cui sono stati realizzati servizi e strutture per ospitare un turismo d’elite.

Il governo Italiano ha speso più di 300 milioni di euro, una cifra record per la Sardegna, un impegno importante di risorse pubbliche investite dai governi di allora.

Ad oggi tutto questo si è dimostrato un drammatico fallimento.
Sì, capitò quasi subito dopo che il governo Berlusconi decise di non ospitare più Il G8 al La Maddalena, ma di farlo a L'Aquila, per fare in modo che la città colpita al cuore dal terremoto, fosse nei pensieri di tutti.
Si pensò subito di utilizzare le strutture realizzate al La Maddalena nelle ex aree della Marina Militare, importanti strutture ricettive per sviluppare un un turismo di élite che desse uno uno scossone anche in termini economici all'arcipelago di La Maddalena.

Emma Marcegaglia, titolare della Mita Resort, avevo ottenuto la gestione di questa struttura con un canone di €. 40.000 all'anno, poi sono arrivate delle inchieste su bonifiche mai effettuate che hanno portato 17 persone sotto accusa, personaggi di rilievo come Guido Bertolaso che allora era il capo della protezione civile.

Parrebbe che materiali inquinanti siano stati ritrovati in mare, di fronte allo specchio d’acqua intorno all'ex arsenale militare, si parla di un fondale contaminato da sostanze inquinanti, dell’indagine si è occupata in passato la Procura di Tempio.

Proprio nelle banchine dell’ex arsenale, si è realizzato un porticciolo per gli attracchi delle imbarcazioni da diporto, l’obbiettivo era quello di creare un centro per effettuare anche le manutenzioni degli yacht di lusso di grandi dimensioni in sosta nell’arcipelago.

Attualmente, risulta tutto in stato di abbandono.
Anche l'ex ospedale militare (Marinderm) che con il lavoro di trasformazione venne trasformato appunto in un hotel di lusso per il turismo facoltoso che popola quelle zone, specialmente nei mesi estivi, risulta in uno stato di abbandono.

Per non parlare del Maine Conference, una struttura che sborda sul mare quasi come un’isola sospesa nell'aria e che doveva ospitare i grandi della terra con il G8, proprio nel 2009.

A distanza di quasi 15 anni in che stato si trovano queste strutture e soprattutto cosa si può e di deve fare?
In particolare chi deve impegnare importanti risorse economiche per riportare allo splendore le strutture in totale decadenza?

La giunta Pigliaru se ne occupò nel maggio del 2018, praticamente otto mesi prima delle elezioni regionali, investendo l’allora Consiglio dei Ministri di un intervento che tramite una delibera, prendeva a cuore la situazione delle ex strutture militari del mancato G8 a La Maddalena.

Il governo Renzi e il governo Gentiloni si erano impegnati a mantenere ognuno per la sua parte, insieme alla Regione Sardegna, un un intervento risolutivo in modo da realizzare. in una zona a chiara vocazione turistica e nautica i lavori di interventi infrastrutturali che permettessero che le strutture realizzate per il G8, potessero essere recuperate e rese disponibili per la comunità locale.

Lavori per rilanciare il compendio, si era parlato anche di tempistica e di crono programma dei lavori.
Per quanto riguarda invece le risorse finanziarie si parlò di un impegno di 50 milioni di euro che rientravano nel famoso patto per la Sardegna, una cifra che contemplava 20 milioni per la bonifica anche esterna della Darsena dell'ex Arsenale e delle aree adiacenti, 15 milioni come contributo per rendere produttivi gli insediamenti al La Maddalena e 15 milioni per interventi al piano stralcio dei beni delle attività culturali e del turismo.

Ecco, questo è ciò che venne fatto dalla Giunta Pigliaru.
Si è giunti all'agosto del 2022 quando l’ex Assessore all'ufficio regionale del Demanio, agli enti locali e all'Urbanistica Quirico Sanna, inaugurò proprio in un locale dell’ex G8, il primo ufficio regionale del Demanio a La Maddalena.

Proprio nelle sale dell’ex Arsenale, simbolo del decollo di un intervento così importante ed economicamente molto dispendioso che con l'apertura dell'ufficio regionale del Demanio si è pensato di restituire a questa importante struttura, non solo una valenza in termini turistici, ma soprattutto gli interventi di bonifica che riportino alla naturale armonia l’ambiente marino, in contrapposizione con quanto accaduto in questi anni di incuria.

Per quanto riguarda le previsioni urbanistiche, si dovrebbe realizzare la prima pista ciclabile dell’Isola, poi per il piano urbanistico comunale di La Maddalena, si troveranno le giuste risorse in fase di coopianificazione con l'ufficio regionale, per accelerare i tempi, in modo da avviare i lavori di messa in sicurezza e di ripristino delle strutture che a tutt'oggi si presentano abbastanza degradate.

Infatti non dobbiamo dimenticare che stiamo parlando di edifici che insistono sul mare e soprattutto in una zona dove i venti prevalenti, soffiano da nord-ovest e da nord, con intensità abbastanza forte, un vento che sospinge la salsedine verso le strutture che senza adeguati interventi di manutenzione decadono, soprattutto quando non vengono utilizzate.

Abbiamo notato lo stesso degrado anche per la banchina adiacente il Maine Conference e tutte le altre strutture che insistono nell’ex arsenale della Marina Militare, compreso l'ex ospedale.

Quanto detto sin ora è un esempio di come gli spazi militari dismessi e poi trasferiti nei beni disponibili dalla Regione Autonoma della Sardegna, possono rappresentare una ricchezza ma anche un fallimento o semplicemente un gran peso per le finanze regionali che dovranno comunque liberare le risorse per provvedere al ripristino delle strutture e alla Bonifica dei tratti di mare compromessi.

Siamo a conoscenza di un progetto regionale che dopo aver trovato la condivisione dell’ARPAS, sta per prendere il via con lo scopo di effettuare le bonifiche, quindi permettere i lavori di ripristino e far si che le strutture possano esse disponibili e arricchire l’offerta turistica di un arcipelago che già in forma naturale è un paradiso terrestre.

di Gigi Garau


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