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Laura Castelli e la crisi dei ristoratori : Aiutare gli imprenditori a muoversi verso nuovi modelli di attività

18-07-2020 18:14 - ITALIA
Ha suscitato numerose polemiche la dichiarazione della Vice Ministro Dell’Economia Laura Castelli secondo la quale, i ristoratori, stremati dall’emergenza dovuta alla pandemia di coronavirus, dovrebbero cambiare attività pur di non restare senza lavoro.

Intervistata durante programma televisivo Tg2 Spot ha dichiarato: “ Le persone hanno cambiato il modo di vivere e bisogna tenerne conto, bisogna aiutare le imprese e gli imprenditori creativi a muoversi sui nuovi business che sono quelli che sono nati. Ci possiamo dire che sono nati? Sono processi di lungo termine, ma se una persona decide di non andare più a sedersi al ristorante, bisogna aiutare l’imprenditore a fare magari un’altra attività, a non perdere l’occupazione e va sostenuto anche nella sua creatività, che magari ha visto che c’è un nuovo business che può affrontare”.

Il discorso è abbastanza chiaro: se il ristorante non riesce più a dare mezzi di sussistenza, il ristoratore dovrebbe cercare nuovi business, in pratica cambiare attività; Per la Castelli questa si chiama creatività, la creatività nel cercare nuove forme di business.

Non la pensa così il politico Paolo Trancassini, di Fratelli d’ Italia, nonché proprietario di un noto ristorante di Roma,: “Io sono sempre più sgomento! La risposta della viceministro Laura Castelli alla crisi della ristorazione in Italia è cambiare mestiere??? Non sarebbe divertente nemmeno se fosse una battuta! Ma come si permette di affrontare con questa leggerezza e mancanza di senso pratico un tema così delicato. Dietro il comparto della ristorazione ci sono centinaia di famiglie, una filiera industriale infinita, secondo lei dovrebbero tutti darsi all'ippica? La Campana è il ristorante della mia famiglia da generazioni e di certo non cambio mestiere, lo cambiasse lei piuttosto!”

Molto duro anche il commento di un illustre ristoratore, Gianfranco Vissani: “Dovrebbe cambiare mestiere lei, perché non è all’altezza di giudicare! Si dovrebbe vergognare di quello che ha detto. Dovrebbe cambiare mestiere lei, non i ristoratori che hanno il 13% del Pil. Lei prende lo stipendio dallo Stato, o bene o male che faccia. Dovrebbero cominciare a pagare i debiti che lo Stato ha, con me ad esempio, che non sono stati mai saldati da vent’anni”. “Ci sono tutti gli ambulanti, bar, pasticcerie, alberghi chiusi. E’ vergognoso che un viceministro dica una cosa simile, deve cambiare mestiere”.

Giorgia Meloni in un post affidato alla sua pagina di Facebook ha commentato così: “Dopo aver massacrato il settore dell'ospitalità con divieti e regole assurde e aver multato gli esercenti che scendevano in piazza perché chiedevano aiuto, l'ultima trovata del Governo giallorosso arriva dalla grillina Castelli: i ristoratori che non hanno più clienti devono cambiare lavoro. Sono senza parole. Sarebbe questa la gente che dovrebbe aiutare l'Italia a ripartire?”

La Ministra, in un suo recente post pubblicato sulla sua pagina di Facebook , accusando le varie testate giornalistiche di aver in un certo modo travisato il senso del suo discorso in merito al settore della ristorazione, ha così voluto chiarire la sua posizione al riguardo:

“Dispiace constatare che, pur di attaccare il Governo, alcuni giornali non facciano altro che inventare e fomentare notizie inesistenti, assumendosi anche la responsabilità di generare conflitti sociali.
In questa fase delicata, segnata dalla pandemia, titoli come quello de Il Tempo, che dicono l’opposto di quella che è la realtà dei fatti, rischiano di creare panico.
Non è corretto sfruttare la sofferenza delle persone, per vendere, forse, qualche copia in più. C’è bisogno di responsabilità, da parte di tutti.
Ed è quello che, come Governo, stiamo facendo sin dall’inizio, monitorando le difficoltà quotidiane e intervenendo, passo dopo passo, per dare supporto a cittadini e imprese, con strumenti straordinari che vanno dalla cassa integrazione al credito d’imposta per gli affitti, dai contributi a fondo perduto ai bonus per le partite iva, dai congedi straordinari ai contributi per asili nido e centri estivi, solo per citarne alcuni.
Alle misure già approvate, per un totale di 80 miliardi con i Decreti Cura Italia e Rilancio, si aggiungeranno quelle che potremo adottare dopo l’ulteriore scostamento di 20 miliardi e che, prevedranno, come dico da sempre, ulteriori sostegni alle filiere più colpite, a partire da quella del turismo e della ristorazione, che stanno pagando il prezzo più alto.
Nel contempo, però, è dovere nostro, e di tutta la politica, pensare anche a medio termine, ossia aiutando sin d’ora gli imprenditori che intendono farlo a muoversi verso nuovi modelli di attività.
Ce lo impone il quadro economico provocato dal Covid, che ha inciso su bisogni e abitudini degli italiani. Negarlo, o fare finta di non capirlo, significa voler prendere in giro tutti gli imprenditori.
Ps. questo è quello che ho veramente detto sul tema, e la citazione del ristorante, ovviamente, è un esempio e non un attacco alla categoria, come strumentalmente qualcuno ha voluto far intendere:
“Nel Rilancio, lo voglio ricordare, sugli affitti, sulle bollette, sul fondo perduto sono state date misure importanti. E guardate che dall’estero ce lo riconoscono. Poi non è abbastanza, facciamo un altro scostamento di 20 miliardi a breve, dove rifinanzieremo quello che serve per la cassa integrazione e in più degli aiuti. Però mi faccia dire una cosa, questa crisi ha spostato la domanda e l’offerta. Le persone hanno cambiato il modo di vivere e bisogna tenerne conto, bisogna aiutare le imprese e gli imprenditori creativi a muoversi sui nuovi business che sono quelli che sono nati. Ci possiamo dire che sono nati? Sono processi di lungo termine, ma se una persona decide di non andare più a sedersi al ristorante, bisogna aiutare l’imprenditore a fare magari un’altra attività, a non perdere l’occupazione e va sostenuto anche nella sua creatività, che magari ha visto che c’è un nuovo business che può affrontare. Io credo che negare il fatto che questa crisi abbia cambiato la domanda e l’offerta di questo Paese, proprio in termini macroeconomici, sia un errore. Vanno aiutate le imprese. Sposteremo alcune scadenze, come quelle di settembre, per recuperare quello che era stato sospeso, abbiamo sospeso 13 miliardi di tasse e cancellato una rata dell’IRAP, una parte dello scostamento servirà anche per cancellare alcune tasse che gli italiani non pagheranno più”.



Fonte: Redazione Cagliari Live
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