(Adnkronos) – “L’esperienza italiana con i Jak inibitori nella dermatite atopica e nelle sue comorbidità” è consolidata. “Infatti, è da qualche anno che abbiamo a disposizione questi farmaci e la prima cosa che ci ha sorpreso è proprio la grandissima efficacia sulla dermatite atopica nel liberare prima” più rapidamente “il paziente dai sintomi, come prurito e perdita di sonno, e poi nel ripulire quasi completamente la pelle” dalle lesioni tipiche della patologia. Il paziente può” quindi “riguadagnare una qualità di vita pressoché normale, come se non avesse la malattia”. Il tutto avviene “rapidamente: già nelle prime 48 ore il prurito, quanto meno, si dimezza”. Così Alessandra Narcisi, dermatologa di dell’Unità Operativa di Dermatologia Humanitas Rozzano, all’Adnkronos Salute fa il punto sull’esperienza italiana e sui dati relativi all’efficacia e sicurezza di queste terapie orali. “Spesso il paziente atopico – continua Narcisi – è affetto anche da rinite, rinocongiuntivite e asma. I Jak inibitori, in questo momento, non hanno l’indicazione per queste patologie, ma” i risultati dall’impiego nella “real life, che abbiamo pubblicato recentemente su una rivista scientifica accreditata”, mostrano che “danno comunque un miglioramento di queste comorbidità durante il corso della terapia”. Inoltre, “dagli studi in real life” i dati “risultano essere molto rassicuranti” anche sul profilo della “sicurezza dei Jak inibitori” non solo quando impiegati “sulla dermatite topica, ma in realtà anche in altre indicazioni dermatologiche come l’alopecia areata – precisa la specialista – Infatti gli eventi avversi che vediamo più frequentemente riguardano un lieve aumento delle infezioni lievi del tratto aereo superiore – quindi raffreddore e faringite – che vediamo anche, per esempio, con i farmaci biologici utilizzati per la psoriasi, ma che non portano mai alla discontinuazione del farmaco”. Tra le altre “condizioni” avverse “che si possono verificare” dall’impiego di questi trattamenti “c’è l’herpes ricorrente, sia herpes simplex che herpes zoster, che però può essere anche prevenuto con la vaccinazione, nei pazienti più a rischio – aggiunge Narcisi – Registriamo poi delle transitorie alterazioni degli esami ematochimici, dell’emocromo e di alcuni indici di funzionalità epatica, che però rientrano velocemente nelle prime settimane di terapia, o con una lieve modifica del dosaggio del Jak inibitore, di cui abbiamo a disposizione 2 dosaggi: uno, un po’ più inferiore, per chi ha eventi avversi oppure delle caratteristiche particolari, e un altro che è il dosaggio pieno”. Quindi,”nella pratica clinica, selezionando bene il paziente all’inizio del trattamento – conclude – ad oggi, mi sento di dire che la sicurezza è molto elevata”. —salutewebinfo@adnkronos.com (Web Info)
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