Polonia. Divieto di assembramento e nuove restrizioni alla legge su aborto e educazione sessuale

16-04-2020 16:47 -

Polonia. Il governo di Andrzej Duda nei prossimi giorni voterà due leggi che se approvate vieteranno quasi completamente l’aborto e porranno forti limiti all’educazione sessuale nelle scuole.

Una mossa strategica secondo molti, in vista delle elezioni del 10 maggio. La proposta di legge anti-aborto aveva già fatto la sua comparsa in parlamento nel 2016, ma era stata bloccata dalle manifestazioni nelle piazze polacche. Oggi, in un mondo concentrato esclusivamente sull’emergenza sanitaria e che non si può riunire per protestare, il governo polacco vuole approfittare del silenzio nelle strade per irrigidire ulteriormente una delle leggi tra le più restrittive d’Europa sull’interruzione della gravidanza. In Polonia l’aborto è permesso solo in caso di stupro, incesto, se la vita della madre è a rischio o se il feto presenta gravi malformazioni. La nuova legge lo vieterebbe anche in quest'ultimo caso.

L’altro provvedimento porterebbe alla criminalizzazione di chi “promuove o approva le attività sessuali tra i minori”. Ora tutte le persone e le associazioni che si occupano di educazione sessuale e di informazione sui diritti e sulla salute in materia di sessualità temono, oltre alla limitazione delle loro attività, anche conseguenze penali che li porterebbero a rischiare fino a tre anni di reclusione.

Davanti a questo tentativo di aggirare la democrazia la società civile polacca ha deciso di sfilare comunque in piazza rispettando la distanza di sicurezza, chi per le strade con un cartellone, chi all’interno dell’auto o in sella alla propria bici. La polizia li ha fermati con l’accusa di violazione delle norme sull’isolamento, ma la protesta continua sul web.

Non bisogna dimenticare che queste restrizioni non sarebbero solo un passo indietro a livello sociale, ma andrebbero anche contro le linee guida dell’Unione Europea. Le organizzazioni umanitarie ribadiscono che l’emergenza Covid-19 non può costituire un pretesto per minare le libertà e i diritti dell’individuo.



Fonte: Francesca Cuccu