Coronavirus Fase 2- Il dilemma dei ristoratori: Riaprire a quale prezzo?

23-04-2020 17:21 -

Siamo ormai prossimi alla cosiddetta fase due dell’emergenza Covid-19.

Uno dei settori maggiormente colpiti è quello della ristorazione.

Con l'obbligo di distanziamento tra i tavoli si riduce di almeno due terzi la capienza dei posti a sedere di un locale : ad esempio, un ristorante che, a pieno carico, ha la capienza di 100 posti a sedere si troverà ad un max 35 occupabili. Chi aveva 30 si ritroverà a 7. Posto più sedia meno.
Come si può reggere una azienda con questi numeri?
A seguito di una crisi che perdurava anche prima del coronavirus i ristoratori son arrivati al lock down con una sofferenza che si protraeva gia' da qualche anno; ristoranti vuoti per tutta la settimana e pienone il fine settimana grazie all'organizzazione di qualche evento, come ad esempio le serate di karaoke, al fine di riempire il locale e sopperire alle spese.

La riprova di ciò e' nel fatto che per poter attirare la clientela negli ultimi anni abbiamo visto il moltiplicarsi delle formule menu" folli", come, ad esempio il classico _ primo secondo bevanda e caffè a 10 euro_ oppure _ pizza gratis in determinati giorni della settimana.

Stratagemmi che in qualche modo , pur non garantendo guadagni significativi al gestore, riuscivano a mantenere attivo il contatto col cliente, nella speranza che il locale di lavorasse a regime nel fine settimana, compensando così le perdite di incassi dovute al calo di clienti nei giorni infrasettimanali.

Con le nuove soluzioni ,che impediscono ai gestori il pieno carico, come si potrà sopperire alle già numerose spese vive come la fornitura alimentare, legna per forni, corrente elettrica, telefono, nuovi sistemi di sanificazione dei locali e materiali ( tovaglie, posateria etc ), gli affitti, dipendenti e tasse, con in più tutti nuovi balzelli legati alle nuove norme, che andranno ad aggiungersi a quelli consueti pre emergenza?

Dovremo scordarci il compromesso dei famosi menu a prezzo fisso? Vederamo ancora il vecchio menu pizza bevanda caffe' 7 euro o lo vedremo ribaltato forse a 35 euro ?

Parlando in difesa dei ristoratori non potremo fare loro una colpa in tale caso perchè se già prima facevano fatica a far fronte alle spese si ritroveranno di fronte al bivio: o dover chiudere o rimodernare i prezzi dei menù?

E: i consumatori saranno disposti a spendere di più per avere lo stesso servizio?

Come si potrebbero gestire le tavolate in occasione di feste private ( compleanni, matrimoni, anniversari etc)?
Festeggeremo ciascuno a casa propria?

Ci sarà una sorveglianza all'ingresso per farli entrare scaglionati come al supermercato?

Secondo il pensiero di Antonio Mura, titolare del Ristorante Antica Hostaria, storico locale situato nel quartiere Marina a Cagliari, riaprire alle nuove condizioni sarà come scegliere di morire.

"Il governo ci autorizza a riaprire, < afferma il ristoratore >, ma, che ne sarà del personale che risultava già assunto e che con le nuove disposizioni risulterà in esubero? La cassa integrazione non dura all'infinito, e, se tutti i locali lavoreranno a regime ridotto,cosa farà questa categoria dal momento che la maggior parte dei locali sarà costretto a ridurre la forza lavoro?
Che impatto avrà l'uso di eventuali paratie in plexiglas sull'esperienza del cliente ? Il locale da sempre concepito luogo di convivialità, divertimento, socializzazione, come potrà mantenere il suo status con i vincoli di barriere protettive e contatto umano" ?

Antonio Mura auspica un fronte comune, dice ancora: " Io son del parere di non riaprire. Tutti dovremmo essere d'accordo su questo, si dovrebbe anche riunirci per far valere le nostre ragioni. il punto è batterci per non aprire e portare le chiavi a chi ci governa".

In conclusione, senza le giuste tutele si sta togliendo a tutti non tanto il modo di poter vivere, ma solamente il riuscire a sopravvivere.



Fonte: Salvatore Garau - Angelia Ascatigno