Guerra e mercati, quando i due aspetti sono collegati

16-03-2022 12:20 -

La guerra in Ucraina ha portato ad uno sconvolgimento sostanziale che si sta riversando su tutti gli aspetti della vita quotidiana, a partire da quello economico. Chi conosce i mercati è conscio del legame che intercorre tra crisi politiche internazionali e andamento dei principali mercati. Due facce della stessa medaglia.
Analizzando i listini principali ci si accorge che dallo scoppio della guerra in territorio ucraino i principali titoli, dalle Borse in poi, hanno perduto terreno. A pagare sono tutte le società, quelle direttamente legate al business russo ma poi, in modo indiretto, anche tante altre sparse nel mondo e apparentemente non collegate in alcun modo.
La borsa d’altra parte è così, un mercato volatile all’interno del quale una crisi può portare scossoni enormi; ed è così in generale su tutti i mercati, quindi con riferimento ai vari asset, la situazione sembra essere la medesima, al punto che come sempre accade in situazioni similari, ci si lancia sui beni rifugio, a partire dall’oro.

Mercati e incertezza

I mercati non amano l’incertezza, anzi tendono ad essere suoi profondi nemici, e questo è il punto dal quale partire per comprendere a meglio quanto sta accadendo in questa particolare fase storica. I periodi a cavallo con crisi grosse o addirittura con guerre sono quasi sempre caratterizzate, come riporta il sito Mercati24, da incertezza diffusa e da una negatività che si diffonde a macchia d’olio.
Tra l’altro la congiuntura attuale è estremamente particolare, visto che già si assistenza ad un’ondata di inflazione figlia della pandemia, amplificata oggi dalle tensioni sui mercati energetici, anche queste già deflagrate ben prima della guerra in Ucraina. E come sempre poi si innesca un meccanismo a cascata che prevede anche grandi speculazioni sui mercati di tutti gli asset.
E se ne stanno accorgendo anche gli italiani, con riferimento ai prezzi in crescita della benzina, del gas, della corrente elettrica ma anche di beni di prima necessità come nel caso della pasta o di altri generi alimentari.

Corsa ai beni rifugio

Tornando ai mercati, solitamente in prossimità di crisi di questo genere si assiste sempre ad una corsa ai cosiddetti beni rifugio, ovvero quelli che in concomitanza con una crisi non solo non perdono il proprio valore, ma anzi lo amplificano perchè la loro richiesta sale. A cosa è dovuta questa maggiore richiesta?
Semplicemente al fatto che sono asset che non perdono il proprio valore a prescindere dalle contingenze esterne, guerra o non guerra; come l’oro, che mai vedrà il proprio valore crollare drasticamente dall’oggi al domani. ecco perché nei momenti di crisi, come questo, si ricorre ai beni rifugio.

Redazione Cagliari Live Magazine