Le origini della democrazia contemporanea nel mondo occidentale: il pensiero di Rousseau

22-06-2020 14:53 -

Jean-Jacques Rousseau ([rusˈso]; in francese [ʒɑ̃'ʒak ʁu'so], nato a Ginevra il 28 giugno 1712 e deceduto ad Ermenonville il 2 luglio 1778 è stato un filosofo, scrittore e musicista illuminista, la cui attuazione é stata avviata da varie rivoluzioni: in primis quella Americana e poi Statunitense, dalla quale prenderò spunto per parlarvene ulteriormente alle prossime.

Ora, bisognerebbe capire quanto influente fu la corrente democratica di questo filosofo e quanta parte del suo pensiero é stata applicata negli attuali stati e nella società moderna.

Esaminando il suo pensiero a posteriori ci si trova al dover distinguere la realtà dalla propaganda in certi ambienti pseudo intellettuali, onesti, si, ma di parte.

Rousseau parte da un ipotetico stato di natura, presente già in una delle sue prime opere; considerato una sorta di "età dell'oro ",come riportato nelle sue opere maggiori, come ad esempio " Emilio, o della educazione, ed "Il contratto sociale", osserviamo che il primo scritto parli di una nuova pedagogia che dovrebbe insegnare la realtà della vita di sopraffazione insita nella esistenza umana, e del come difendersi individualmente fin dalla tenera età .

Il secondo sul come proteggersi collettivamente dalla tirannide tramite un accordo stipulato tra i futuri cittadini dello stato democratico che si intendeva instaurare.

Dopo aver passato qui in rassegna le varie forme di stato, da filosofo e pedagogista, la tendenza verte per una democrazia diretta, che limiti al necessario anche la proprietà privata al fine di evitare che l’accumulo di ricchezza solo per sottomissione nei confronti degli altri cittadini.

Il modello da seguire per questo ipotetico benessere collettivo sarebbe secondo Rousseau, l’esempio di Sparta e non quello di Atene, contrariamente a come alcuni studiosi inizialmente interpretarono, la sua idea era che il potere del collettivo di tutto il popolo, “sopprimerà alcuni diritti del privato cittadino”.

Per come possiamo tradurre in tempi moderni queste frasi, avendo il potere legislativo popolare con insita una disciplina di tipo quasi militare, inclusi , per ciascuno i propri, i famosi diritti e doveri, a differenza, appunto, di Sparta, sarebbero estesi a tutta la cittadinanza.

Per quanto riguarda il potere esecutivo, il nostro illuminista propende, idealmente anche qua per una democrazia, o per la scelta di anziani saggi in loco, ove non fosse possibile.

Il pensiero di questo uomo é sempre stato ritenuto troppo estremo dai fautori di una democrazia rappresentativa (col tempo, ha vinto nel pensiero contemporaneo l’ idea di una democrazia parlamentare o presidenziale, cioé delegata, in senso allargato, in sé apparentemente giusta, ma per via di possibili privilegi talvolta innescati, si incorrerebbe nel rischio del concretizzarsi in una nuova casta) per via della finora oggettiva difficoltà di gestire i regime di democrazia pura.

Del resto si é sempre avuto paura che un potere voluto dal popolo potesse covare una cerchia interna che usasse la volontà popolare per fare tirannide a sua volta, come, ad esempio, abbiamo osservato nel regime denominato "del terrore" nella prima Francia rivoluzionaria.

Questo perché i concetti di democrazia e libertà non sono sempre tra loro sinonimi.

Chissà come si sarebbe espresso Rousseau, vien da chiedersi, se avesse visto il suo pensiero tanto frainteso da certi politicanti di ieri e di oggi.



Fonte: Cristian Pillitu