Fanghi fognari provenienti dalla Penisola sotterrati a Magomadas in Sardegna. La denuncia di Mauro Pili

17-12-2019 21:45 -

Fanghi fognari che arrivano dalla Puglia, dalla Campania e dal Lazio.

I camion di una ditta di Bolzano che fanno la spola tra la Penisola e la Sardegna, fino al piccolo centro di Magomadas un piccolo centro della Planargia che si affaccia sulle coste di Bosa, con il loro carico di rifiuti che vengono interrati in barba ad ogni norma di tutela ambientale e del territorio.

Una devastazione ambientale che avviene nel più totale silenzio delle istituzioni.

Questa incredibile vicenda è stata messa a nudo da Mauro Pili, che dopo una serie di segnalazioni ricevute da alcuni cittadini di Magomadas ha voluto accertarsi di persona dello scempio che era in atto.
" Rompo gli indugi dopo l'ennesimo messaggio che mi arriva dall'etere: << ci stanno avvelenando, scavano in mezzo alle campagne e interrano fanghi neri, il paese è irrespirabile>> " .

Scrive così Mauro Pili, il Leader di Unidos, ed ex governatore della Sardegna nel suo Blog " L'impatto è devastante. Il profumo naturale di questa terra devastato e sopraffatto da un tanfo intenso come un cazzotto in pieno volto, come se un treno di puzza nauseabonda ti avesse travolto in un attimo".

Il tanfo è talmente invasivo che la gente cammina per strada con il naso coperto, con il bavero o la mano per proteggere la respirazione, un povero cristo corre con la mascherina sul viso.

Pili poi prosegue nel suo racconto denuncia: " E' solo in quel momento che mi accorgo, sul ciglio della strada d'ingresso, di una stradina rattoppata che s'innesta verso una sorta di accampamento con un movimento mezzi non normale in un paesino di vini eccelsi, turismo estivo e murales!

Entro, per rendermi conto.
Percorro in lungo in largo quell'area recintata come si conviene ad un pollaio.
Ancora, però, non mi capacito di quello che sta accadendo.
Sono costretto a fermarmi, per osservare meglio, aprendo per l'ennesima volta quel dannato finestrino che vorrebbe restare chiuso per timore dell'onda d'urto.

Allungo lo zoom. I camion, che sembrano blindati e nuovi di zecche, sono marchiati Transisole, in realtà la società che li governa risulta dislocata a Bolzano. Dall'altra parte del continente, al confine con le Alpi.

Il ribaltamento di questo colosso nero che sto inquadrando, con cassone gigante, è totale. Verticale, inclinato come una parete rocciosa, a valle due escavatori. Benne stracolme di fanghi neri, quelli putridi e di chiara matrice fognaria, per giunta continentale.

Sono le fogne della Puglia, della Campania e chissà da quale altro nefasto cesso dell'Italia, direttamente collegate con questo collettore di puzza e inquinamento che è stato maldestramente realizzato all'ingresso di Magomadas.

Non c'è un solo capannone. Quattro pilastri, una zanzariera, quattro buche per terra, alcune in cemento armato".

In pratica sarebbe stato autorizzato un centro di smaltimento, che in realtà esiste solo sulla carta, che dovrebbe trattare 80 mila tonnellate fanghi fognari provenienti dal continente in quantità superiore a quella prodotta dalla Sardegna.

E tutto dovrebbe gravare sul piccolo paese di Magomadas.

E così Mauro Pili riesce a catturare le immagini che ritraggono gli operai intenti ad interrare camion carichi di scarichi fognari provenienti dalla Penisola, documentando il tutto tramite il suo profilo Facebook.

" Entro dentro quella sorta di accampamento. Intravvedo il camion verde con l'escavatore che qualche giorno prima era stato beccato da una ragazza in piena campagna facendo buche e interrando quei fanghi. Roba da Africa, roba da terra dei fuochi. Impuniti.
Quel camion verde e quella ruspa sono lì dentro, insieme ai camion moderni arrivati via mare per scaricare in Sardegna le feci del continente.

Un'escavatorista si accorge della mia macchina, urla al caposquadra: c'è una macchina che sta fotografando.
Il tizio non sente, si avvicina al mezzo meccanico.

Ha una tuta bianca e una maschera sul viso, una di quelle che ho visto usare solo nelle guerre nucleari simulate.
Gli ripete la presenza sospetta.

Il capo si porta la mano sulla fronte per contrastare il sole che mi protegge dalla sua visuale. Strabuzza gli occhi, le movenze sono quelle dell'allarme.

Nemico in zona, come se fossi io il nemico.
Si mette a correre.

Gli operatori lasciano i mezzi, con rapidità da fuga improvvisa.

Gli escavatoristi si riparano dietro la visuale, i camion si attrezzano per lasciare il luogo del delitto".

Ed è a questo che tutti lasciano il posto e tentano di allontanarsi, operai e autisti con i loro camion ancora sporchi di melma fognaria.

Quando immagina di essere riuscito a seminarmi, d'accordo con il capo forse a Bolzano, forse in Sardegna, forse in Puglia o Campania, di tutta fretta stacca la motrice, molla lì dietro il rimorchio e scappa a luci spente.

C'è dunque seriamente da chiedersi chi cosa si nasconde dietro questo traffico di fanghi inquinanti, fognari, che stanno arrivando da ogni dove.

Sotto terra ci sono le falde acquifere, c'è la natura, l'ambiente. E c'è chi specula su tutto questo, con troppi silenzi e molte connivenze.

"Fermate questo agguato alla nostra terra" , è l'appello di Pili, "Fermate quei fanghi maledetti che hanno devastato la terra dei fuochi, fermateli prima che sia troppo tardi, Rispettate la Sardegna. I suoi cittadini, la sua natura. Fuori gli inquinatori dalla nostra terra" .




Fonte: Redazione Cagliari Live