LA STORIA DI NATALINO: una fede rossoblù

31-08-2023 10:51 -

Questa è la storia di Natalino, un ragazzino di quattordici anni, nato ad Alghero e con una sindrome dello spettro autistico. I genitori Angelo e Uliana raccontano che sin da bambino, sin dai tempi dell'asilo, Natalino ha sempre trovato le porte chiuse da tutti. Crescendo è cambiato poco, perché a scuola e ai campi estivi veniva rifiutato, gli istruttori non erano preparati e non potevano garantirgli la giusta assistenza.
Contemporaneamente, nasceva anche la sua passione per il calcio, nata grazie al papà Angelo Serra e la mamma Uliana Zheltov, proprietari di un Bar nella città catalana, che durante i Campionati Europei di Calcio nel 2021, trasmettevano nel loro locale, le partite della Nazionale Italiana. Natalino non si perse neanche una partita. Quando poi, gli Azzurri conquistarono il titolo europeo, il bambino era come se fosse “impazzito” dalla gioia, esaltato, euforico, insomma al settimo cielo.
Una sua madrina, addirittura, incominciò a regalargli le magliette della Nazionale. Ci racconta Angelo, che anche lui, contribuì a trasmettergli questa passione, essendo tifoso del Cagliari Calcio, e appena ci fu la possibilità, lo portò all'” Unipol Domus” a tifare i ragazzi di Mister Ranieri. E da questa esperienza, è nata la sua passione per la squadra rossoblù. Ma il piccolo Natalino è soprattutto un appassionato del calcio in generale, e ad oggi ha circa cento magliette originali. Ed è molto geloso di queste sue magliette originali, diverse l'una dall'altra. E ogni sera le controlla, e se dal suo armadio ne manca una, fa un “cazziatone” ai suoi genitori.

Gli sarebbe piaciuto giocare a calcio. I genitori, prima della Pandemia, lo portarono a frequentare una Scuola Calcio della zona, nella quale giocava qualche suo amichetto, ma la risposta della Dirigenza è fu negativa, in quanto non avevano un istruttore preparato.
Poi è stato accompagnato in un'altra Scuola Calcio Algherese, dove è diventato la mascotte della squadra, ma non poteva partecipare né agli allenamenti né alle partite, sempre per lo stesso motivo.
Lui, però, tutte le domeniche voleva andare a seguire le partite, a volte andava in panchina, a volte addirittura entrava negli spogliatoi. Poi anche, qualche calciatore della prima squadra incominciava a contattarlo. Altro che il Fenicottero Pully come mascotte rossoblù, la vera mascotte è Natalino.

Poco dopo, la Società “Catalunya Alghero” l'ha inserito nella squadra, ma solamente per poterlo far allenare, e facendolo giocare in qualche partitella, ma non in Campionato. Angelo e Uliana hanno apprezzato il loro gesto.

Dopo la lettera pubblicata dalla mamma sui giornali, sono stati contattati dalla “Macomerese Special Team” della “Divisione calcio paralimpico e sperimentale” di calcio a sette, per poter far giocare con loro il piccolo Natalino. Essendo Macomer a circa centocinquanta km da Alghero, insieme hanno concordato di farlo allenare ad Alghero e portarlo a Macomer solo per le partite.

Essere autistici, non vuol dire avere una malattia contagiosa o che bisogna essere bullizzati, ma l'Autismo va compreso e aiutato.
Questo sarebbe un grande gesto di civiltà, da parte di tutti noi.

«L'autismo non è un "dono". E per molti è una lotta senza fine contro scuole, luoghi di lavoro, bulli. Ma da un certo punto di vista può esser un superpotere».
(Greta Thunberg)


Daniele Cardia