Si, perché quella è la vita che assicura a tutti il mondo della droga.
Dall'arroganza che in molti traspare nel modo di proporsi, ostentandola come una corazza di protezione, emerge tutta la loro fragilità e la paura di non riuscire a farcela una volta che saranno fuori.
“Non voglio neanche immaginare di poter sperimentare nuovamente quella vita – è la drammatica confessione di GL, ospite in una comunità di recupero nel sud Sardegna. Mi coricavo la notte sperando di non risvegliarmi l'indomani, tanto ero caduto in basso. Droga, alcool e prostitute mi hanno abbruttito a tal punto che non osavo guardarmi allo specchio.
Evitavo d'incontrare i miei genitori e i famigliari, perché mi vergognavo. Loro sono persone perbene”.
È solo una delle decine di testimonianze fatte dai ragazzi ospiti in una delle comunità di recupero per carcerati e tossicodipendenti dove, da qualche mese, i volontari della Fondazione “La Via della Felicità” stanno portando il messaggio di speranza e fiducia contenuto nel libro omonimo scritto dal filosofo e umanitario L. Ron Hubbard.
La partecipazione sempre numerosa e interessata da parte dei ragazzi è un segnale che il messaggio sta facendo breccia e che, anche vite segnate come le loro, possono essere rimesse in carreggiata, se in primo luogo ci si prende responsabilità e contemporaneamente si assume la decisione di cambiare direzione mettendo uno scopo alto ed etico da raggiungere nella vita.
“Non esiste persona viva che non possa dar vita a un nuovo inizio” scrive l'autore L. Ron Hubbard nell'ultima pagina del libro “La Via della Felicità”. I 21 precetti che lo compongono sono i valori su cui riflettere per far nascere l'onore e la fiducia in sé stessi, dove il rispetto di sé e degli altri sono alla base del cammino da intraprendere se si vuole voltare pagina. Sarà dura ma insieme ce la faremo.