Il trattato dell’Eliseo stabilì un accordo di collaborazione in ambiti di grande importanza tra le due potenze, a partire dalla sicurezza sino allo sviluppo economico e culturale. Tra i fautori di questo momento, un passo essenziale nel rafforzamento della Comunità europea, emergono le figure del generale De Gaulle – all’epoca presidente della Repubblica francese – e il cancelliere della Repubblica Federale di Germania – ovvero la Germania Ovest durante la Guerra Fredda tra Stati Uniti e Unione Sovietica - Konrad Adenauer.
Grazie a questo cruciale passo, Francia e Germania misero una volta di più alle spalle quello spirito revanscista che stava alla base dei loro dissapori. Tutto cominciò, infatti, al termine della guerra franco-prussiana che causò la fine dell’impero di Napoleone III. Il revanscismo d'oltralpe toccò il suo apice una volta terminato il primo conflitto bellico quando i francesi poterono mettere in ginocchio i rivali tedeschi in base alle durissime imposizioni sancite nel trattato di Versailles risalente al 1919: perdita di tutte le colonie tedesche, la restituzione dell’Alsazia-Lorenza alla Francia, la militarizzazione francese delle regione della Ruhr. Vere e proprie stilettate all’orgoglio tedesco che furono alla base della cieca furia di Hitler e del suo folle disegno totalitario.
A distanza di tanto tempo, il Trattato dell’Eliseo ha continuato a essere rimembrato e celebrato: infatti, nel 2013 venne ideata una moneta commemorativa da 2 euro, raffigurante i volti di De Gaulle e Adenauer, mentre nel 2019 fu ripreso il trattato del 1963 e completato con il trattato di cooperazione franco-tedesco di Acquisgrana firmato da Emmanuel Macron e Angela Merkel. Trattato che stabilisce una volta di più che «il genere umano – come sostenuto dallo scrittore rumeno naturalizzato statunitense Elie Wiesel – deve ricordare che la pace non è il dono di Dio alle sue creature; la pace è il dono che ci facciamo gli uni con gli altri». Dono da preservare, dono da salvaguardare e di cui mai bisogna scordarsi.