Per l’occasione sono state poste a dimora tre piante di alloro, albero dalle foglie sempre verdi, sinonimo di gloria e sapienza, unitamente ad una targa, entrambe donate dal comune di Abbasanta, che ricorda le gesta dell’ex Questore, “Servo di Dio” per la Chiesa e “Giusto tra le nazioni” per Israele, per aver salvato migliaia di ebrei dal genocidio nazista.
La cerimonia commemorativa, analoga ad altre svoltesi in tutta Italia, si è tenuta in presenza del Questore di Oristano, del Prefetto, del Sindaco di Abbasanta e dei Comandanti delle Forze di Polizia, nel rispetto delle misure di contenimento dell’emergenza epidemiologica da COVID-19.
Giovanni Palatucci, nato a Montella nel 1909, lavorò come responsabile dell’Ufficio stranieri dal 1937, anno del suo arrivo a Fiume. Durante la sua permanenza a Fiume come funzionario di pubblica sicurezza si adoperò per salvare centinaia di ebrei dalle persecuzioni razziali, alcuni inviandoli in un centro di internamento a Campagna, in provincia di Salerno, dove uno zio vescovo, Giuseppe Maria Palatucci, li avrebbe poi assistiti.
A lui è anche attribuita la distruzione di moltissimi fascicoli di cittadini di religione ebraica e la fornitura di documenti falsi, al fine di sottrarli alla deportazione.
Dopo l’8 settembre del 1943 rimase da solo in Questura a Fiume e, un anno dopo, fu arrestato dalla Gestapo, processato e condannato a morte. La pena, tuttavia, fu commutata in prigionia a vita. Successivamente fu rinchiuso nel campo di concentramento di Dachau, dove morì.
Nel corso della cerimonia il Questore Giusy Stellino ha ringraziato il sindaco e tutta l’amministrazione comunale di Abbasanta per la collaborazione e per il dono della pianta e della targa, spiegando l’importanza dell’iniziativa e il suo significato “Nonostante le avversità che si possono incontrare nella vita, ci sono dei valori e degli ideali che devono sempre guidarci e ispirarci, l’esempio di Giovanni Palatucci dimostra che è sempre possibile scegliere tra il proprio bene e quello della collettività.
Il ricordo di questo giovane poliziotto deve essere da esempio sia per le nuove generazioni, chiamate a costruire il futuro del Paese rispettando le leggi, anche non scritte, sia per tutti quelli che sono appena entrati a far parte della grande famiglia della Polizia di Stato, che devono sempre tener presente che il compito precipuo di noi poliziotti, la nostra ragione di esistere, è servire.
Anche la scelta di Abbasanta non è un caso, infatti, proprio qui si trova uno dei più importanti istituti di istruzione, il C.A.I.P., che, dallo scorso anno, oltre alla formazione del servizio scorte, si occupa anche di quella degli Ispettori e degli Agenti della Polizia di Stato.
La piantumazione dell’albero ad Abbasanta, quindi, vuole essere sinonimo di formazione all’insegna della memoria e del ricordo di chi ha dato la propria vita per gli altri, espletando il proprio servizio con coraggio e in modo esemplare”.
Al termine della cerimonia il Cappellano della Questura, don Francesco Murana, ha benedetto la pianta e la targa del “Servo di Dio”, per la quale la Chiesa ha anche avviato il percorso di beatificazione.