Faniel, seguito dall’esperto Ruggero Pertile, non ha bisogno di pedanti presentazioni, i suoi tempi lo precedono e non vi è nulla di più importante per un atleta, specie per chi pratica il podismo: ha la falcata del fondista di razza, economica, per nulla dispendiosa, l’umiltà di chi sa il fatto suo e non necessita di pronunciarsi tramite parole non necessarie. Non teme il cronometro e tanto meno i chilometri ma anzi, quando costoro aumentano è lì che Faniel si esalta, traendo dalla vile fatica un vigore degno di un combattente.
Kipkoech e Kibet impongono un passo infernale nonostante lo scomodissimo vento contrario a far da accompagnatore: 2’48” a chilometro è il responso, non certo chiacchiere. Passo che paga il generoso Yeman Crippa, all’esordio sui 21,097 km, costretto al ritiro verso metà gara. Faniel non si scompone, è lucido e non c’è virtù più importante della lucidità quando si procede a certe velocità. Non demorde nell’istante in cui perde un rifornimento e nemmeno quando Kipkoech decide senza troppa premura di far di questa mezza maratona dal prestigioso parterre – in veste di pacemakers erano presenti anche i validissimi Ahmed El Mazoury e Iliass Aouani della Casone Noceto - un affaire privato. Continua la sua azione senza cedimenti, segue come un'ombra Kibet, intento a uscire vittorioso dalla sua singolar tenzone con il cronometro, acerrimo rivale del campione come del poco avvezzo alla pratica della corsa. E sarà proprio il cronometro a mostrarsi lusinghiero verso un sorridente Faniel, protagonista di una giornata provvida per i nostri colori, degna di essere celebrata e ricordata d’ora in avanti.