-Innanzitutto, il primo Lockdown dell’anno scorso ha rappresentato per loro dei mesi difficili. Per la maggior parte degli anziani non è stare facile comprendere il motivo della delicata situazione. Parliamoci chiaro: non è facile per chiunque essere privati della propria libertà. Oltre a gestire la negatività che si respirava in quel periodo e che si respira tutt'ora, ai nostri ospiti è mancato soprattutto il contatto con i parenti: con i figli e con i nipoti. Noi operatori siamo stati anche bravi a dare sempre il nostro conforto, perché nel nostro lavoro non deve mai mancare l’empatia nei confronti degli assistiti. Tutti noi addetti ai lavori siamo sempre stati un punto di riferimento per loro in tutti questi anni, maggiormente poi in questo difficile ultimo periodo. Purtroppo è anche vero che non ci si può, e mai ci si potrà, sostituire all’affetto di un figlio o di un nipote. Ma sappiamo benissimo quale sia la responsabilità che abbiamo nei confronti dei nostri pazienti e dei loro parenti. Fortunatamente, siamo sempre riusciti a mantenere la struttura in sicurezza; questo maledetto virus non è mai entrato all’interno della stessa, perché potevamo essere solo noi operatori il veicolo d’ingresso. Abbiamo sempre rispettato i protocolli rigidissimi che erano stati posti dal governo, e che ci siamo anche autoimposti, proprio perché abbiamo capito sin da subito quale fosse la gravità della situazione e il rischio che si correva. Abbiamo fatto tantissimi tamponi e test sierologici, uno ogni venti giorni, ma è stato fondamentale il senso di responsabilità delle mie colleghe e dei miei colleghi che hanno sempre avuto un comportamento lodevole e per questo devo dire GRAZIE A TUTTI LORO. Per motivi logistici non siamo riusciti ad organizzare quella che mediaticamente è stata definita LA TENDA DEGLI ABBRACCI. Abbiamo optato per tante soluzioni, ci siamo rivolti anche a persone esperte nel settore e abbiamo pensato come poter reperire il materiale. Non è stato facile, ma abbiamo preferito non realizzare questo spazio, perché l’avremo potuto fare solo all’interno della struttura e questo avrebbe comportato correre il rischio di far entrare il virus all’interno e far ammalare gli anziani. Solo l’estate scorsa, alla diminuzione delle infezioni, siamo riusciti ad organizzare due incontri all’aperto, rispettando sempre le misure di sicurezza. In questi mesi, purtroppo, abbiamo dovuto rinunciare anche a far accedere tutti i nostri consulenti esterni come i fisioterapisti, perché entrando anche loro in contatto con tante persone, potevano essere tramite di contagio; purtroppo il rischio zero non esiste, ci stiamo adoperando per ridurre il rischio al minimo. Decidere di eliminare la fisioterapia è stata una decisione presa con grande sofferenza, in questi mesi abbiamo provveduto noi. Abbiamo concluso già a marzo l’intero ciclo di vaccinazione, e dopo un mese abbiamo verificato che sono e siamo tutti immunizzati. Nonostante questo, è fondamentale continuare a non abbassare la guardia. Ho letto con molto piacere che le persone che si vogliono vaccinare stanno aumentando. Dopo l’ordinanza del Ministro Speranza che consentirà le visite in piena sicurezza, io posso parlare a nome della nostra struttura: oggi ancora non è cambiato niente, non siamo ancora riusciti a organizzare gli incontri con i parenti, ma stiamo facendo il possibile, siamo sempre in contatto con loro e a breve organizzeremo le visite, chiaramente rispettando i protocolli sempre molto rigidi. Faremo allestire una struttura all'aperto anche nel cortile condominiale: noi ci troviamo infatti al primo piano di una palazzina, abbiamo a disposizione tutto un primo piano con 400 metri quadri, e ci organizzeremo all’esterno. Tutti gli ospiti dovranno aver concluso il ciclo di vaccinazione o essersi sottoposti a un tampone entro le 48 ore dalla visita; saranno naturalmente sempre fondamentali l’igienizzazione delle mani e degli ambienti, l’utilizzo della mascherina ffp2 e bisognerà mantenere sempre la distanza di sicurezza. In questo periodo di pandemia, per sopperire alla mancanza delle visite, abbiamo deciso di impegnare i nostri pazienti in un aumento delle loro attività ludico-ricreative, come il laboratorio di cucina, facendo preparare loro seadas, ravioli e malloreddus. Naturalmente abbiamo proseguito con tutte le altre attività quotidiane. Ormai da un anno a questa parte ci ha dato una grossa mano la tecnologia, infatti gli anziani e i parenti sono sempre rimasti in contatto con numerose telefonate e videochiamate quotidiane. Attualmente oltre a questo, gli anziani possono interloquire con i loro parenti, affacciandosi nei balconi della struttura–