Gruppo Whatsapp per segnalare posti di blocco e autovelox : 62 indagati

20-11-2019 16:18 -

Una volta bastava «fare i fari» con gli abbaglianti. Ora si mandano sms nei gruppi di WhatsApp o Telegram.

Sono almeno 62 le persone che sono state denunciate dopo il casuale ritrovamento di un cellulare appartenente ad una persona che iscritta ad un gruppo Whatsapp "Uomini immiezzu a via" (uomini in mezzo alla strada), i cui membri comunicavano tra loro informazioni sulla presenza di posti di blocco o autovelox.

Il pm di Agrigento, Paola Vetro, ha notificato un avviso di conclusione dell'inchiesta ai 62 indagati, quasi tutti di Canicattì (Ag), tra i 30 e i 40 anni, che nel gennaio di quest'anno furono denunciati dal commissariato di Canicattì per interruzione di pubblico servizio in concorso,
«Un sistema efficace che finiva per vanificare - affermano gli investigatori - il buon esito del controllo del territorio intrapreso. Da qui la contestazione dell'ipotesi di interruzione di pubblico servizio».

Nella lista degli indagati, nei cui confronti si profila la richiesta di rinvio a giudizio o la citazione diretta, anche autisti di ambulanze e camionisti.

Come chiarisce l'art. 340 del codice penale, tale reato si pone in essere quando si «cagiona una interruzione o turba la regolarità di un ufficio o servizio pubblico o di un servizio di pubblica necessità».

Per chi commette questo reato, che si può costituire anche utilizzando per la segnalazione dei controlli un navigatore collegato a una chat, è prevista la reclusione fino a un anno e fino a cinque anni per capi, promotori e organizzatori della turbativa.

Con l'avviso di conclusione indagini, i difensori - fra gli altri gli avvocati Calogero Lo Giudice, Luigi Troja, Calogero Meli, Paolo Ingrao e Giovanni Salvaggio - potranno provare a evitare il processo producendo memorie difensive o chiedendo un interrogatorio dei propri assistiti.


Fonte: Redazione Cagliari Live