Olbia, la qualità dell’aria migliora con la Città30: il traffico navale e i comportamenti individuali restano le sfide future

500 ragazzi delle scuole superiori impegnati in un grande progetto civico per la qualità dell'aria

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Qualità dell'aria: la conferenza stampa
Qualità dell'aria: la conferenza stampa - foto di Giovanna Tamponi©- Riproduzione vietata

Olbia, 04/07/2025 – In una conferenza stampa presso l’aula Ponsanu di Confcommercio Olbia è stata presentata l’iniziativa “Di che colore è l’aria che respiri“, grazie al progetto MEZZO (1/2), con l’associazione “Cittadini per l’Aria”, FabLab Olbia e il Comune di Olbia. In questa occasione la città si è confermata laboratorio d’avanguardia per il monitoraggio ambientale urbano, puntando sul coinvolgimento delle scuole, sulla cittadinanza attiva e su politiche strutturali per abbattere l’inquinamento atmosferico.

I primi dati delle campagne promosse da “Cittadini per l’Aria” in collaborazione con FabLab Olbia, spiegati durante la conferenza stampa tenutasi questa mattina presso l’aula Ponsanu di Confcommercio a Olbia, rivelano un andamento incoraggiante. “Abbiamo registrato una diminuzione significativa nei valori medi di biossido di azoto, al punto che i nostri dati risultano quasi dimezzati rispetto al passato”, spiega Anna Gerometta, presidente dell’associazione.

Merito anche della “Città 30”, la scelta di limitare la velocità nelle vie urbane: “Funziona davvero – assicura Gerometta – la diminuzione delle emissioni è concreta e in molte zone si scende ben al di sotto dei 10 microgrammi per metro cubo, rispettando i limiti raccomandati dall’OMS”. Non manca però qualche criticità, come in viale Aldo Moro o in Corso Vittorio Veneto, dove le medie mensili di NO₂ superano i 27 mcg: “Quando si oltrepassano i 25 mcg, anche solo per 4-5 giorni all’anno, l’OMS avverte di effetti avversi sulla salute. In questi punti bisognerà aumentare ciclabilità e trasporto pubblico”.

Il nodo del traffico navale
Tra le fonti di inquinamento più complesse resta il traffico navale. “Il carburante delle navi è estremamente sporco – denuncia Gerometta – e in fase di accensione e partenza rilasciano impennate di emissioni molto dannose, soprattutto per chi vive vicino al porto”. Per questo è fondamentale affrontare il nodo con misure strutturali: tra le proposte più concrete vi sono l’installazione di una stazione di monitoraggio delle emissioni in ingresso al porto, sfruttando la speciale conformazione del canale d’accesso; l’elettrificazione delle banchine grazie al cold ironing; e il divieto dell’uso degli scrubber, che deviano in mare liquidi contaminati dopo la “pulizia” dei gas di scarico.

Sul fronte normativo, è cruciale il percorso europeo per istituire una zona NECA (Nitrogen Emission Control Area) anche nel Mediterraneo, finora attiva solo nelle aree del Nord Europa e America. “Consentirebbe di imporre limiti severi alle emissioni di ossidi di azoto delle navi, una misura di tutela essenziale per i cittadini dei porti”, osserva Gerometta.

Studenti e citizen science
Il cardine del successo di questa campagna è stato il coinvolgimento diretto delle scuole superiori, a partire dal liceo classico “Gramsci”. “Non si tratta solo di dati, ma di educazione civica concreta”, sottolinea la dirigente Salvatorica Scuderi. “Mettere i ragazzi in prima linea nella raccolta delle informazioni li rende più consapevoli, maturi e partecipi per la loro città. Così, la sostenibilità diventa concreta, fatta di scelte quotidiane e non più solo di teoria”.

Provette per il campionamento dell'aria
Provette per il campionamento dell’aria – foto di Giovanna Tamponi© – Riproduzione vietata

A fare la differenza è stato proprio il protagonismo degli studenti: armati di fascette, scale e GPS, hanno disseminato la città di piccoli campionatori, sensibilizzando la cittadinanza con volantini e incontri. “È stata la più grande campagna di citizen science sull’aria mai realizzata in Sardegna, con circa 130 dispositivi e il coinvolgimento di circa 500 studenti”, racconta Antonio Burrai di FabLab Olbia. Grazie alla collaborazione col laboratorio di Barcellona e all’uso di Arduino, un prototipo ultratecnologico che verrà affiancato alle provette per le prossime misurazioni, a settembre sarà possibile confrontare i dati “analogici” e quelli digitali durante la Settimana Europea della Mobilità. In questa occasione verrà anche redatta una mappa dettagliata delle concentrazioni cittadine.

Mobilità dolce e scelte urbanistiche
Il miglioramento della qualità dell’aria poggia anche su una visione urbanistica e politica coerente. L’assessora all’Ambiente Antonella Sciola ricorda il rapido avanzamento del progetto ITI, che collegherà in bici il ponte di ferro all’aeroporto, e l’imminente inaugurazione della nuova pista ciclopedonale a Mogadiscio. “Abbiamo attivato strumenti urbanistici come il Biciplan e il Pediplan per disegnare una rete dedicata e sicura, anche a costo di sacrificare qualche parcheggio” spiega Sciola. Interventi complessi in una città dalla morfologia storica, ma necessari per ridurre la dipendenza dall’auto privata.

La strategia di Olbia può essere un modello per altre realtà italiane”, sottolineano gli organizzatori, “ma ora serve stabilizzare il risultato: elettrificare le banchine, estendere la rete ciclabile e ridurre il traffico veicolare sono passi fondamentali per rendere permanente il miglioramento dell’aria. E con il coinvolgimento dei giovani, il cambiamento diventa anche culturale”.

Il lungo lavoro sui dati ambientali entrerà nella fase conclusiva a settembre, durante la Settimana Europea della Mobilità, quando saranno presentati i risultati e le mappe delle concentrazioni di biossido di azoto. La sfida – avvertono promotori e istituzioni – è non abbassare la guardia e trasformare l’iniziativa in una nuova normalità urbana, dove la salute sia al centro delle politiche pubbliche e dei comportamenti quotidiani.

 

Copyright Giovanna Tamponi © – Riproduzione vietata

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Informazioni su Giovanna Tamponi 135 Articoli
Storyteller per vocazione, cerco ovunque di trovare storie da raccontare. Amo la Sardegna nei suoi contrasti e da qui traggo ispirazione per trasformare emozioni in parole e immagini. Scrivere è il mio ossigeno, e quando non scrivo, cerco la verità attraverso l’obiettivo. Il giornalismo, per me, è restituire voci, luci e ombre: ogni articolo, come ogni scatto, deve emozionare oltre che informare.

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