Ranieri: "Sono felice di essere tornato. Dentro di me un maremoto di emozioni"

"King Claudio is back" titola il Cagliari calcio sui suoi social e l'accoglienza che ha avuto all'aeroporto è stata effettivamente da re. Anche in conferenza stampa è stato accolto da una sala gremita di giornalisti ed è con le parole rivolte loro che ha avuto ufficialmente inizio la sua seconda avventura in rossoblù.

Bonato: "Diremo che all'indomani della sconfitta di Palermo, con la società abbiamo anticipato di una settimana le valutazioni sull'attualità del progetto sportivo. La difficoltà nelle prestazioni e a livello di classifica. E' stata necessaria una profonda analisi. Siamo convinti che si doveva passare dalla mentalità di gruppo e ritrovare quella motivazione che doveva essere il fattore chiave nell'ambiente Cagliari. C'era da trovare l'allenatore che trovasse questi valori e si sapesse trasmettere, nessuno di noi ha avuto dubbi. Da lì sono nati i primi approcci e contatti e dopo pochi secondi abbiamo capito che il mister aveva amore per questa piazza, voglia, entusiasmo per rilanciare il Cagliari. C'erano dei discorsi tecnici economici da risolvere, ma sia Giulini che Ranieri hanno fatto degli sforzi per dare il via a questa nuova avventura. Sono strafelice e credo di poter dire a nome di tutti i tifosi, benvenuto mister".

Ranieri: "Sono felice di essere tornato sulla panchina del Cagliari. Dentro di me c'era un maremoto con emozioni indelebili di quello che era stato il mio viaggio precedente. Ho levato la parte egoistica da me. Cagliari mi ha fatto diventare grande. Dentro di me ho sempre portato quei tre anni in ogni squadra dove io sono andato. Ancora di più nei momenti bui e lì c'era sempre la forza del Cagliari che mi dava la spinta. Tutti questi miei ricordi mi mettevano paura, perché devo andare a sporcare questi ricordi incredibili? Poi ho pensato, penso a me e non al Cagliari che è in difficoltà? Il figlio di Riva mi scriveva che mi stavano aspettando. 'Anche Papà era entrato come presidente onorario, ma nessuno si è dimenticato di come era stato da giocatore'. Tutte queste piccole cose mi hanno portato ad accettare. Sono molto grato al presidente che mi ha portato sull'isola e questo entusiasmo lo devo tramutare in punti. Mi sono sempre rimboccato le maniche. Ho tanto entusiasmo, ho voglia, i giocatori sono diventati molto più bravi perché sanno passare da un sistema all'altro. Sono contento di tornare e riniziare e non vedo l'ora di risentire il pubblico che ci sostiene. Durante la partita stateci dietro. Quando si affronta il Cagliari tutti lo vogliono battere e soprattutto qui in casa. Noi giocheremo ogni volta per cercare di vincere. Voglio una squadra che senta l'appartenenza dell'isola. Io voglio dei giocatori che sentano il senso di appartenenza di stare sull'isola e di combattere per voi".

Qual è la criticità più grossa? Calciomercato? Ogni giocatore rende in maniera diversa a seconda dell'allenatore che lo stimola e lo ha davanti. Io voglio conoscere bene i giocatori che ho a disposizione. Voglio giocatori che vogliono stare qua, se c'è qualcuno che dice non me la sento, lo accompagno fuori. Si parla spesso con il direttore, ma ancora è tutto prematuro. Non dobbiamo sbagliare i colpi che porteremo sull'isola. Di Nainggolan ho letto, ma noi non ne sappiamo nulla per cui è prematuro.

Contratto a lungo termine, provare a tornare subito in ottica playoff o percorso di crescita? Io per carattere voglio sempre tutto e subito, però è logico che partendo con l'handicap cercheremo di fare del nostro meglio. Entusiasmo e lavoro, non arrendermi mai dopo una sconfitta non deve essere parte nemmeno delle corde dei giocatori. Il contratto lungo è per cercare di trovare i giocatori gusti per il Cagliari del futuro e il futuro è domani. Con il direttore ci siamo capiti subito e cerchermo di trovare i giocatori giusti per noi.

Che idea si era fatto del Cagliari prima? Stimolante ributtarsi in B? Visto da fuori il Cagliari mi dava l'idea di quella squadra che non si è ambientata. Quando scendi di categoria tutti ti vogliono battere. Voglio capire se questi ragazzi hanno capito che stanno in Serie B. Il mio sforzo più grande sarà quello di farglielo capire. Dobbiamo lottare su ogni pallone e su ogni singolo centimetro.

Modulo? Non ho nessun modulo di riferimento, me lo danno i giocatori. Così su due piedi dico che abbiamo due grandi attaccanti e io voglio tenere gli attaccanti. Poi gli altri si dovranno adattare a tutto questo. Io credo siano poche in Serie B le squadre che hanno due bocche da fuoco così. Bisogna cercare di sorprendere l'avversario.

Si può riprendere la testa? La classifica è veritiera ovunque si stia. Ti dice il valore attuale di quella squadra. Abbiamo due lepri davanti e come obiettivo mi devo dare quello. Poi non lo centreremo, ma ci dobbiamo andare vicino. Ma se non ho l'ambizione di provarci, non centro nessun obiettivo. Puoi sbagliare la partita, non stare in condizione. Ma se tu ti alleni sempre a 100 all'ora, giocherai a 90, o qualcuno a 100. Solo così puoi ottenere qualcosa.

Chi porterebbe ora a Cagliari? Matteoli.

Diliding dilodong? Non mi preparo, io quello che sento lo devo dire. Non so fingere, sono molto trasparente nelle mie emozioni e sentimenti. Da quando vinto a Leicester non mi esce più.

Cagliari del futuro: si punterà sui giovani o esperienza? Un mix. Chi mi dimostra che lega con il suo compagno, perché il calcio non è uno sport individuale. Vedo chi si integra meglio con i propri compagni, poi non guardo né stipendio né età.

Entusiasmo dei tifosi? Ritorno? L'entusiasmo è una cosa buona. Bisogna ripartire dalle difficoltà che ci sono nel momento. Ho vinto con il Leicester, ma l'anno prima si era salvato l'ultima partita. Entusiasmo sì, ma stateci vicino, non chiedeteci la luna. Ritornerò. Dentro di me l'ho sempre sentito, ma più passava il tempo più mi veniva dentro l'egoismo del 'chi te lo fa fare'. Poi ho levato la parte egoistica e sono diventato altruista.

Cosa porta ai giocatori? Porto tutto le mie conoscenze e le riverserò ai giocatori. Tutto quello che ho immagazzinato in questi anni di esperienza. Per gli allenamenti devo ancora parlare e vedremo se riusciremo qualche volta a far entrare i tifosi. Il giovedì se sarà possibile porteremo la squadra nei paesi vicini.

Ricette per questo Cagliari? Andai a Parma a metà febbraio, era ultimo e ci salvammo. Andai alla Samp, ultima, e ci salvammo. Qui dobbiamo salire. Non posso promettere che ce la faremo, ma che faremo di tutto si. E' difficile, ma io sono sempre fiducioso.

Questa è la sfida più grande della sua carriera? Guerrieri? Se hanno tecnica, tattica tutto, io voglio il massimo. Intanto dammi il 100% di te. Sfida più grande? E' una sfida particolare. Una sfida che sento mia. Altrimenti non sarei tornato.

Budget per interventi? Nandez? La base su cui stiamo lavorando è quello di costruire un gruppo che sarà duraturo. Non teniamo gente per forza. Nello specifico, credo che noi come società in merito a Nandez non ci sia nessuna richiesta ufficiale. E' un giocatore importante per noi e un sacrificio eventuale deve portare un importante ritorno economico per noi.

Primo pensiero dopo chiamata del Cagliari? Galoppatoio al poetto? Quando ho avuto quella chiamata non era facile. Il galoppatoio era una cosa simpatica e spesso facevo venire un tecnico da Coverciano per valutare la preparazione. E mi diceva 'mi sembrano poco reattivi' e non gli spiegavo la situazione. No ora la preparazione è cambiata e non abbiamo più nemmeno.