LETTERA AD UN AMICO

Ciao Massimo,

domenica 23 gennaio sarebbe stato il tuo compleanno. Ormai sono passati mesi da quando sei volato via. Ho pianto per giorni, perché è stato difficile accettare l’idea che non tornerai più. E, come dice la bellissima canzone di Vasco, questo sentimento non si può spiegare. Poi, ho avuto il coraggio di ricordare. Tanti stupendi ricordi che nessuno potrà mai cancellare, e che resteranno sempre custoditi nel mio cuore:

< Circa vent’anni fa, io ero ricoverato in Ospedale. Tu venisti a trovarmi. A me sembrava mezzanotte, ma forse saranno state le 21.30/22 e portasti le caldarroste appena comprate. Io non avevo molta voglia né di mangiare né di parlare, ma, come dicono a Parigi, ce le mangiammo a faccia a pari. >

< Quindici anni fa, una sera di marzo, mi telefonasti, e mi chiedesti se l’indomani potevo farti compagnia ad Ittiri (SS). Dopo una giornata in campagna, e un colossale pranzo con fiumi di vino al “Ranch Faedda”, dal nostro amico Antonio, rimasi sorpreso quando tu, “riservato” qual eri, mi parlasti tranquillamente di quello che pensavate di fare quell’anno, alla Scuola Capi. Durante il viaggio di ritorno a casa, mi chiedesti di collaborare con te, con Giovanna e altri amici, nel gestire la Segreteria della Formazione Capi. Gestire la Segreteria della Formazione con te e Giovanna è stato meraviglioso. Sono stati anni stupendi. >

< Sempre quell’anno, qualche mese dopo, mi chiedesti di riaccompagnarti ad Ittiri, perché si sarebbe celebrata la Messa di Suffragio, per l’anniversario della morte di Andrea Tavera, un nostro Fratello Scaut, scomparso anni prima >.

< Un altro anno, ti venne chiesto di partecipare alla Rupe Nazionale a gestire la cucina per le intolleranze alimentari, mi chiedesti aiuto nel formulare un menù per i Lupetti celiaci, e se per caso potessi contattare Aziende e qualche Associazione, per poter reperire alimenti senza glutine >.

< Mi raccontasti anche di quando, durante il Campo a Londra, un giorno scendesti in paese, insieme a Marcella, per fare la spesa e, non parlando inglese, vi metteste a spiegare al bottegaio, a gesti e in sardo, cosa vi occorreva >.

< Un’altra volta, andammo a Laconi e passammo da una signora a comprare dei liquori fatti in casa. A Laconi, trovavi un liquore che ti piaceva tantissimo, la “Maria Luisa”, estratto proprio dalla foglia di questa pianta, ma passammo anche dal pastore a comprare la ricotta salata. Tutte le volte che tornavi da Gavoi per lavoro, mi portavi sempre diverse forme di ottimo formaggio sardo. >.

< Un ultimo bel ricordo che ho è questo, una sera di marzo mi portasti a cena nel tuo ristorante preferito. >

< Non dimenticherò mai, le numerose lumacate in sede e a casa tua, con fiumi di vino o anche le lumache caramellate al Campo di Seui... >

Sono mesi, che ho sistemato una tua foto sulla scrivania, è come se ti avessi te, sempre vicino a me.

Il tuo sguardo sorridente mi osserva, ed è come se mi dicesti sempre:

«Ragioniere, cosa stai combinando?»

Ci sarebbero tantissimi altri miei ricordi, ma forse non basterebbe un libro.

Le parole che ho scritto all’inizio sono della canzone “GLI ANGELI” di Vasco.

Penso non ci sia canzone migliore da poter dedicare a Massimo, perché ora tu sei un Angelo che vola in alto.

Buon Compleanno Massimo!