
(Adnkronos) – Gli attacchi su larga scala di droni della Russia contro le città dell’Ucraina sono in aumento e sono il segnale di un pericoloso cambiamento nella guerra. A scriverne sono i media britannici, individuando nei nuovi e sempre più intensi raid sul paese, anche lontano dal fronte, la “nuova normalità”. La notte scorsa è stata colpita Kharkiv, già massicciamente bombardata qualche giorno fa, il giorno prima – lunedì sera – era toccato a Kiev: per diverse ore dopo la mezzanotte, i droni avevano ronzato incessantemente sulla capitale, sembrava che provenissero da quasi ogni direzione.
Il termine “massiccio” viene spesso usato nelle dichiarazioni ufficiali sui raid notturni, ma uno sguardo ai numeri dà un’immagine inequivocabile. Lontano dalla linea del fronte, l’Ucraina è nel mezzo del bombardamento più intenso dalle prime fasi dell’invasione russa, con un forte aumento del numero di droni impegnati. Nei tre mesi precedenti quello di agosto dello scorso anno, la Russia ne ha lanciati un totale di 1.100, secondo un rapporto dello stato maggiore ucraino. Ad agosto sono stati 818, 1.410 a settembre e oltre 2mila a ottobre.
Ma i numeri continuano a crescere. A maggio, per la prima volta, il numero di droni ha superato i 4mila. Questo mese probabilmente stabilirà un nuovo record. Dall’inizio di giugno, la Russia ha lanciato una media di 256 proiettili ogni 24 ore, secondo i dati raccolti dall’aeronautica militare ucraina. La stragrande maggioranza sono droni, inclusi modelli di tipo Shahed e vari dispositivi progettati per confondere i sistemi di difesa aerea ucraini.
La Russia ha iniziato a utilizzare gli Shahed forniti dall’Iran alla fine del 2022. Ma già dall’estate successiva, ne produceva una propria variante, nota come Geran, in una zona economica speciale a Yelabuga, nella repubblica russa del Tatarstan. Secondo Artem Dehtiarenko, portavoce dei servizi di sicurezza ucraini (SBU), sul posto sono stati prodotti 25mila droni, e altri 20mila sono stati assemblati con componenti iraniane precedentemente fornite.
Dei 315 rilevati durante il bombardamento di lunedì notte, 250 erano veri e propri droni da attacco, secondo il portavoce dell’aeronautica militare ucraina, Yurii Ihnat. “La maggior parte di essi era diretta specificamente a Kiev”, ha dichiarato all’agenzia di stampa ucraina RBC. Il che ha comportato un’altra notte insonne per la popolazione di Kiev, da tempo sofferente. E non solo l’intensità degli attacchi. Dopo centinaia di notti simili, la gente percepisce anche i cambiamenti tecnologici man mano che la Russia sviluppa le sue capacità.
Mosca sta apportando continue modifiche. “Gli ingegneri russi sono stati incaricati di aumentare la loro potenza distruttiva per massimizzare la devastazione e le vittime civili”, spiega Dehtiarenko. “Inoltre, si stanno compiendo sforzi per rendere i droni Geran meno vulnerabili alle difese aeree ucraine”. Lunedì sono stati colpiti condomini e palazzi per uffici. E un comunicato del Ministero della Cultura ha affermato che per la prima volta, la cattedrale di Santa Sofia a Kiev ha subito l’impatto. Santa Sofia è patrimonio mondiale dell’Unesco e uno dei monumenti culturali e religiosi più significativi dell’Ucraina, con spettacolari mosaici e affreschi dell’XI secolo.
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