
Davide Nicola è uno degli allenatori più noti e apprezzati del calcio italiano: pur avendo trascorso tutta la sua carriera, per ora almeno, tra le compagini minori di Serie A, si riconosce la sua determinazione e il suo stile di gioco basato sulla grinta, sull’organizzazione difensiva e sulla solidità della squadra, elementi che lo hanno spesso accompagnato a vere e proprie imprese salvezza ritenute impossibili.
Attualmente è alla guida del Cagliari e anche in questo caso l’obiettivo stagionale è quello della permanenza nella massima serie italiana.
Un traguardo che, per gli opinionisti e la stampa, appare alla portata, ma anche gli stessi pronostici sul calcio dicono che la salvezza sia alla portata, chiarendo però subito come la formazione rossoblù dovrà sudare fino alla fine per conquistare la permanenza in Serie A. Il mister, originario di Lodi, raccoglie le redini di Claudio Ranieri, che aveva chiuso l’esperienza centrando una salvezza che appariva impossibile lo scorso anno.
Tuttavia, la tappa cagliaritana è solo l’ultima della lunga carriera di Nicola sui campi da calcio, un rapporto che è iniziato indossando i panni del calciatore.
Da giovane si trasferisce a Milano, dove entra nel settore giovanile dell’Inter ma non ha mai raggiunto i vertici, indossando maglie di diverse squadre senza però mai imporsi ad altissimi livelli, tra cui quelle Piacenza, Parma, Fiorentina e Cosenza.
I ruoli erano principalmente quelli di difensore centrale e centrocampista difensivo. A fine carriera, decide di intraprendere la strada da allenatore: il primo approccio di Nicola alla carriera da allenatore avviene nel 2012, quando inizia a lavorare con il Grosseto in Serie B, ma il suo vero salto nel panorama calcistico avviene con il Crotone, squadra che allenerà per diversi anni e con la quale otterrà la fama nazionale.
Nel 2014, Davide Nicola prende in mano una squadra in difficoltà e riesce a salvarla dalla retrocessione in cadetteria, concludendo un’impresa che lo rende subito famoso in Italia. L’anno successivo, nel 2016, raggiunge una straordinaria promozione in Serie A, un’impresa che gli consente di essere riconosciuto come uno degli allenatori emergenti del panorama calcistico italiano.
Il suo successo con il Crotone è stato segnato dalla sua capacità di motivare i giocatori, di creare una squadra compatta e di sfruttare al meglio il potenziale dei suoi interpreti, puntando però maggiormente sul gruppo che sul talento dei singoli.
La salvezza ottenuta in Serie A nel 2017 con il Crotone è ritenuta ancora oggi un vero e proprio miracolo sportivo, il punto più alto di una carriera da allenatore (almeno fino a quel momento) che lo ha consacrato come un tecnico solido e capace di ottenere risultati con risorse limitate.
Nel 2018, Nicola passa all’Udinese, ma la sua esperienza dura solo meno di una stagione: arrivato a novembre 2018, ha lasciato la panchina dei friulani nel marzo dell’anno seguente, con una media punti da dimenticare (1,07 in 15 match). In seguito, pochi mesi più tardi, arriva la chiamata del Genoa, con cui ottiene una salvezza in extremis, guadagnandosi un altro plauso per la sua determinazione e la sua capacità di gestire le situazioni di emergenza.
Seguono le esperienze sulle panchine di Torino, Salernitana ed Empoli, fino alla più recente, e attualmente in corso, con il Cagliari. Passando perciò in rassegna il palmarès di Nicola, appare chiaro come siano assenti, per ora quantomeno, esperienze sulle panchine di grandi big del calcio italiano: una chiamata che però potrebbe arrivare considerando i soli 51 anni del tecnico.
Immagine di:
Alessio Masi, CC BY-SA 4.0, da Wikimedia Commons
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