(Adnkronos) – ”L’istruttoria dibattimentale ha messo chiaramente in luce come” Andrea Piazzolla “abbia posto in essere in danno” di Gina Lollobrigida “un’articolata e potente opera di suggestione e di induzione sfociata nella nomina ad amministratore unico” di una società, “nella delega ad operare su tutti i conti correnti e nell’ampio mandato fiduciario ad amministrare ed implementare il suo patrimonio attraverso la compravendita e la locazione finanziaria di veicoli e gli altri investimenti che avesse reputato profittevoli”. È quanto sottolinea il giudice monocratico di Roma nelle motivazioni della sentenza con cui lo scorso 13 novembre ha condannato a 3 anni Andrea Piazzola, l’ex assistente e factotum di Gina Lollobrigida, morta nel gennaio 2023 a 95 anni, accusato di circonvenzione di incapace per aver sottratto beni dal patrimonio dell’attrice. “Dal complesso degli elementi di prova raccolti in ordine ai rapporti personali ed economici intercorsi fra la persona offesa e l’imputato emerge con chiarezza l’assoluta irrazionalità degli atti di disposizione patrimoniale posti in essere dalla prima in favore del secondo”, scrive ancora il giudice che evidenzia come Piazzolla avesse sviluppato con Gina Lollobrigida “già a partire dall’anno 2010 e via via più significativamente, fino alla situazione di convivenza sotto lo stesso tetto protrattasi fino al decesso della persona offesa, un rapporto molto stretto, quotidiano, prolungato ed esteso ad ogni ambito della vita di quest’ultima”. Nelle motivazioni della sentenza si sottolinea, inoltre, come Piazzola ha indotto l’attrice “a compiere in favore suo e dei suoi genitori, senza la prescritta forma dell’atto notarile alla presenza di due testimoni, importanti donazioni di denaro del tutto sproporzionate ai meriti ricompensati (ora inesistenti e del tutto artificiosamente prospettatile, ora in realtà molto inferiori a quanto percepito dall’artista ) determinanti un progressivo, significativo assottigliamento della sua ricchezza mobiliare e effettuate senza curarsi dell’adempimento di obbligazioni contratte verso terzi per importi elevatissimi, nonché ad affidargli la gestione dell’intero suo patrimonio senza svolgere alcun effettivo controllo sulla bontà e convenienza delle operazioni compiute”. Soddisfatti i legali di parte civile, gli avvocati Michele e Alessandro Gentiloni Silveri, “per l’attenzione e la precisione con cui il Tribunale, dopo un’accurata istruttoria, ha ricostruito i fatti ed attribuito a Piazzolla le gravi responsabilità di quanto compiuto, per anni, in danno di Gina Lollobrigida e dei suoi più stretti affetti”. —cronacawebinfo@adnkronos.com (Web Info)
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