(Adnkronos) – La malattia mentale è spesso accompagnata da stigma ed etichette. E l’argomento si fa ancor più delicato quando si parla di psicofarmaci, che nell’immaginario di molti rappresentano ancora una debolezza, una manifesta incapacità di controllare le proprie emozioni o addirittura un ‘punto di non ritorno’. E allora, a spiegare come e perché uscire dal buio è possibile, ecco arrivare ‘Ho bisogno di una pillola?’, nuovo libro edito da Vallardi e firmato dalla psichiatra e psicoterapeuta Tiziana Corteccioni. Attraverso le 160 pagine del volume, l’autrice aiuta così a fare chiarezza sulle malattie mentali e sull’utilizzo degli psicofarmaci, quando è necessario assumerli e quando no, smantella i falsi miti (e i tabù) sull’argomento, mostrando anche i rischi connessi al fai-da-te nella diagnosi e nella cura di un disturbo. Chiedersi se si ha bisogno di un aiuto, di un terapeuta o di una pillola, non è un atto di debolezza, ma il primo gesto d’amore verso se stessi, il primo passo per uscire dal buio e tornare a vivere. Dalla depressione all’insonnia, al disturbo ossessivo-compulsivo, dall’ansia agli attacchi di panico fino ai disturbi del comportamento alimentare: nel corso della vita potrebbe capitare a chiunque (o quasi) di soffrire di questi problemi. L’Organizzazione Mondiale della Sanità ha stimato che quasi un miliardo di persone nel mondo convive con un disturbo mentale e la situazione è peggiorata con il Covid: prima in Europa ne era afflitta una persona su sei, ora ne soffre una su due. Eppure, sono tantissimi coloro che faticano a rivolgersi a uno specialista temendo di essere considerati matti o di scoprirsi vulnerabili, incapaci di affrontare il disagio con le proprie forze. Tiziana Corteccioni sostiene che anche un problema psicologico tranquillamente gestibile, se non affrontato per tempo e in modo adeguato, può comprometterci l’esistenza: ci aiuta pertanto a orientarci nell’universo della salute mentale spiegando bene i ruoli delle figure che vi operano – psicologi, psichiatri, neurologi, coach, counselor – e ci spiega come funzionano gli psicofarmaci, come e perché si prescrivono, e quando possono essere affiancati da altre terapie. L’autrice dimostra l’infondatezza di molte credenze a loro connesse – fanno male ai reni, creano dipendenza, li assumono solo i matti o addirittura non servono a nulla –, evidenziando la pericolosità delle autodiagnosi e sottolineando l’importanza dell’alleanza terapeutica, quel legame tra medico e paziente che è alla base del successo di una terapia. Per quanti vorrebbero, ma non trovano il coraggio di chiedere aiuto a un professionista della salute mentale, questo libro è l’occasione: perché se usati nel modo giusto, gli psicofarmaci possono essere la strada verso una ritrovata serenità. Tiziana Corteccioni è psichiatra e psicoterapeuta. Laureata con lode in Medicina presso l’Università di Roma Tor Vergata, frequenta la scuola di specializzazione in Psichiatria e successivamente il corso di perfezionamento in psicoterapia cognitivo-comportamentale. Nel 2014 apre un blog in cui tratta argomenti legati alla sua professione che diviene ben presto uno spazio dove poter offrire una parola di conforto a chi sta attraversando un momento difficile: a oggi il blog è visitato da 45.000 persone ogni mese. Negli anni ha contribuito a realizzare inchieste sulla salute mentale, collaborando con diverse testate giornalistiche cartacee e online tra cui Corriere della Sera, La Stampa, Libero, Nuovo, Fanpage.it, Tpi.it. ‘Ho bisogno di una pillola?’ è il suo primo libro. —salutewebinfo@adnkronos.com (Web Info)
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