Vacanze, Scegliere la meta? Per le neuroscienze guidano heritage ed enogastronomia

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(Adnkronos) – “Quando si sceglie la vacanza il nostro cervello crea una serie di immagini mentali. Questa affermazione è supportata dal fatto che i soggetti, posti di fronte a questa decisione in una risonanza magnetica, mostrano una forte attivazione della corteccia visiva, legata all’immaginazione. Su questo ‘film mentale’ il cervello bilancia le emozioni positive, il piacere dell’esperienza futura, con le emozioni negative legate al costo e ai rimpianti di sbagliare. La corteccia prefrontale decide quando i piaceri immaginati superano il dolore del pagamento e del rimpianto. Molti studi negli ultimi anni hanno cercato di comprendere le variabili emotive positive che hanno impatto su questo “’film mentale'”. A dirlo all’Adnkronos/Labitalia l’esperto Lorenzo Dornetti, direttore del Neurovendita Lab. “Le evidenze di ricerca – spiega – convergono su heritage ed enogastronomia. L’heritage di un luogo è tutto quello che una metà regala a chi ci si reca dal punto di vista storico e del paesaggio. Il secondo fattore è l’insieme delle esperienze enogastronomiche connesse ad uno spazio, in termini di specialità e piatti tipici. Una recente ricerca del 2024 pubblicata sulla rivista scientifica Heliyon, confermata dal Neurovendita Lab, ha dimostrato che il fattore delle esperienze culinarie gioca un ruolo superiore alle esperienze legate alla geografia e storia del luogo. Nel processo di immaginazione, si sceglie emotivamente la metà in cui andare in vacanza, pensando più alle esperienze culinarie, che ai luoghi, che di questa esperienza diventano sfondo”.  “Quando si sceglie la vacanza – sostiene Neurovendita Lab – il nostro cervello crea una serie di immagini mentali che evocano emozioni positive. Questo processo è supportato dall’attivazione della corteccia visiva e delle aree limbiche, come l’amigdala e l’ippocampo, che sono strutture del cervello coinvolte nella formazione della memoria e nella gestione delle emozioni. Il ‘film mentale’ che si crea determina la decisione di partire e la scelta del luogo, bilanciando le emozioni positive legate alla vacanza con le emozioni negative legate al costo e ai potenziali rimpianti di sbagliare. La corteccia prefrontale, responsabile del processo decisionale, valuta i benefici ed i costi, e la decisione di partire arriva quando i piaceri immaginati; quindi, le potenziali emozioni positive superano il dolore del pagamento e del rimpianto. In sintesi, la scelta è il risultato delle emozioni positive e negative legate alle immagini mentali di una o più destinazioni che immaginiamo”.  Neurovendita Lab ricorda che molti studi negli ultimi anni hanno cercato di capire il peso delle variabili su questa sorta di ‘film mentali’ che determinano la decisione. Le variabili principali, una volta definito il budget che rendono il viaggio fattibile, sono due: heritage ed enogastronomia. L’heritage di un luogo è tutto quello che una metà regala a chi ci si reca dal punto di vista storico e del paesaggio. Il secondo fattore è l’insieme delle esperienze enogastronomiche connesse ad uno spazio, in termini di specialità ed ingredienti tipici. Recenti ricerche mostrano che il fattore delle esperienze culinarie gioca un ruolo superiore alle esperienze legate alla geografia e storia del luogo. Mangiare è un’esperienza sensoriale e di condivisione. Inoltre, il luogo entra nel cibo con le tipicità.  Gli esperti di marketing turistico sfruttano la conoscenza delle immagini mentali e delle esperienze enogastronomiche per creare campagne pubblicitarie sempre più efficaci. Consiglierei di puntare fortemente sulle esperienze enogastronomiche locali mixandole in un tutt’uno con il patrimonio culturale e paesaggistico del luogo. La promozione delle specialità culinarie e delle tradizioni locali può attivare nei potenziali turisti i circuiti di piacere del cervello, aumentando il desiderio di visitare il luogo. Le ricerche neuroscientifiche mostrano che le esperienze sensoriali, come gustare cibi e bevande, coinvolgono diverse aree cerebrali, tra cui la corteccia orbito frontale e l’insula, che elaborano le sensazioni di piacere. Queste ricerche aprono anche alla possibilità di promuovere luoghi più di nicchia. La capacità di queste località meno sotto i riflettori di raccontare storie di sapori autentici, offrendo itinerari culinari, può trasformare destinazioni meno conosciute in mete desiderabili, sfruttando proprio le scoperte neuroscientifiche nel marketing. Secondo il rapporto Digital 2024 realizzato da Meltwater, l’88% della popolazione trascorre 6 ore al giorno online. Prendere in mano lo smartphone è il primo gesto la mattina e l’ultimo la sera. L’Internet addiction disorder cresce in ogni età. Molti sono affetti da ‘nomofobia’, provano panico all’idea di non essere visibili e rintracciabili. La dipendenza digitale coinvolge i meccanismi della dopamina nel nucleo accubens, una parte del cervello che regola il livello di piacere. Ogni volta che una persona vede una notifica sullo smartphone o sul pc, la dopamina sale. Si immagina possa esserci in serbo qualcosa di interessante o più semplicemente ci si sente al centro dell’attenzione.  Se non si consente al sistema nervoso di rigenerarsi, restando sempre connessi al digitale, si rischia un effetto ridotto delle vacanze sul relax. Per questo è utile in vacanza un assoluto ‘digital detox’. Uno studio pubblicato sulla rivista ‘Neuro-regulation’, dimostra che una pausa dal digitale riassetta i circuiti della dopamina, legati ai comportamenti di dipendenza. Molti protocolli di digital detox concordano su 3 consigli. 1) Offline: scrivere su tutti i social per i giorni di vacanza che non si è reperibili. Niente Facebook, Instagram, Tik Tok, LinkedIn, WhatsApp e tutto il resto. Per i veri amici si può essere disponibile solo al telefono, alla vecchia maniera.  2) Notifiche off: la disintossicazione digitale è senza possibilità di violazione. Serve staccare tutte le notifiche di social ed e-mail. Non deve venire mai voglia di sbirciare chi ha scritto o cosa fanno gli altri, altrimenti la disintossicazione perde di efficacia.  3) Smartphone box: quando si incontrano amici e parenti, è utile raccontare del periodo di disintossicazione in corso. Si propone a tutti di mettere il proprio cellulare in un cestino o sul tavolo in modalità aerea, così da riattivare la relazione.  —lavoro/datiwebinfo@adnkronos.com (Web Info)

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