
CAGLIARI – “Mio figlio non si è tolto la vita. È stato ucciso.” È un grido di dolore e di determinazione quello di Danya, la madre di Danilo Cancedda, il vigilante 40enne trovato morto il 13 febbraio 2025 nella zona di Santa Gilla, a Cagliari.
Quel giorno, coinciso tragicamente con il compleanno della figlia di Danilo, è diventato l’inizio di un lungo e doloroso percorso per una madre che non accetta la versione ufficiale della morte del figlio, classificata come suicidio.
Secondo quanto riferito dalle autorità, Danilo sarebbe deceduto per suicidio, e il funerale si è svolto appena una settimana dopo il ritrovamento del corpo. Ma per la madre non ci sono dubbi: “Danilo amava la vita, la sua famiglia e soprattutto la sua bambina. Non si sarebbe mai tolto la vita.”
Attraverso una serie di post pubblicati sui social, Danya ha lanciato un appello accorato rivolto a chiunque abbia avuto contatti con il figlio negli ultimi sessanta giorni della sua vita: amici, conoscenti, colleghi.
La donna è convinta che proprio in quel lasso di tempo si nascondano le risposte alle tante domande ancora senza soluzione. “Qualsiasi dettaglio, anche il più piccolo, può fare la differenza”, scrive, invitando chi sa qualcosa a farsi avanti.
Nel dolore, Danya ha trovato la forza di trasformare la sua perdita in una battaglia per la verità. Ha creato un gruppo online per raccogliere testimonianze e mantenere viva la memoria di Danilo. “Non posso accettare che la sua morte venga archiviata senza risposte, senza giustizia. Questo gruppo nasce per dare voce a mio figlio”, afferma.
Parole cariche di amore, ma anche di rabbia e determinazione, quelle della madre: “Non mi arrenderò finché non avrò ricostruito giorno per giorno ciò che è successo a mio figlio. Chi sa, deve parlare.” Il suo messaggio si sta diffondendo rapidamente, raccogliendo condivisioni, sostegno e nuove segnalazioni.
Nel frattempo, la famiglia attende nuove risposte e si affida al senso civico di chiunque possa contribuire a far luce sulla vicenda. “La verità è un diritto. E io, come madre, non mi fermerò finché non la otterrò.”
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