
Tempio Pausania, 1 marzo 2025 — Per Mauro Casu, partecipare alla Sartiglia non è solo un evento, ma un legame indissolubile con le radici familiari e una promessa fatta a chi non c’è più. Con un padre che vestì i panni di Su Compoidori nel 1963 e una schiera di zii e cugini protagonisti della celebre giostra equestre, Mauro si appresta a vivere il suo momento più atteso: il ruolo del cavaliere centrale nella pariglia, un compito difficile che incarna l’anima della competizione.
“Sono cresciuto a pane e Sartiglia”, racconta Mauro, originario di Tempio ma con il cuore a Oristano. Suo padre, gli zii Antonio, Gigi e Paolo, e i cugini Chicco e Paolo: in tanti hanno calcato il campo della Sartiglia, alcuni come Componidore, la figura simbolo della manifestazione. “Mio zio Antonio fu fondatore della Giara Club e ideatore della Sartigliedda, la versione per i più piccoli. Mio padre, scomparso nel 2020, sarebbe orgoglioso: so che sarà lì con me”, confessa, emozionato.
Ogni fine settimana, Mauro percorre con la moglie e i figli i chilometri che separano Tempio da Oristano per allenarsi . “L’emozione la fa da padrona”, ammette. Il suo ruolo di “centrale” richiede precisione e grazia: è colui che, nella pariglia (squadra), guida le evoluzioni dei cavalieri, mantenendo l’armonia del gruppo. “Ringrazio i miei compagni Giancarlo Melis e Daniele Ferrari, e le loro famiglie, che ci hanno fatto sentire a casa”, sottolinea.
Il momento più intenso? “Quando indosserò la maschera, sono sicuro che scenderà qualche lacrima”, anticipa. Quel gesto non è solo un rito: è un ponte tra passato e presente, un omaggio a chi ha reso la Sartiglia parte del suo DNA. La comunità tempiese lo sostiene: “I concittadini mi hanno augurato il meglio, sento il loro affetto”.
Per Mauro, la Sartiglia è “una tradizione che non deve svanire”. Un inno alla Sardegna, dove storia e spiritualità si fondono in uno spettacolo di abilità equestre e costumi tradizionali. Le sue aspettative per l’edizione 2024 sono semplici e profonde: “Essere all’altezza. Vorrei che tutto proceda come previsto, e che il mio gesto onori chi mi ha preceduto”.
Con lo sguardo rivolto al cielo e i piedi saldi nella terra dei suoi avi, Mauro incarna lo spirito di una festa che resiste al tempo. Perché la Sartiglia, come lui, non è solo un evento: è famiglia, memoria e un grido di orgoglio che risuona da secoli.
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