Pellegrini di speranza: da Olbia a Roma, gli adolescenti e l’addio a Papa Francesco

In questo momento storico, il coro dei giovani: 'Non ci faremo rubare la speranza'

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I giovani in partenza per Roma
I giovani in partenza per Roma - foto di Giovanna Tamponi

Olbia, 25 aprile 2025 – Un mosaico di colori, voci e bandiere dei Quattro Mori ha riempito ieri sera la stazione marittima di Olbia. Centinaia di adolescenti, provenienti da Cagliari, Sassari e dai paesi più remoti della Sardegna, sono partiti per Roma con lo zaino carico di emozioni contrastanti: la gioia per il Giubileo degli Adolescenti e il dolore per la scomparsa di Papa Francesco. Un viaggio che non è solo un pellegrinaggio, ma un abbraccio alla storia.

Gruppi di ragazzi in partenza
Gruppi di ragazzi in partenza al porto di Olbia – foto di Giovanna Tamponi

I gruppi, distinguibili dalle maglie colorate – nero, giallo, azzurro – e dagli scout con i loro fazzoletti annodati, hanno trasformato il porto in un’allegoria di speranza. «Siamo tristi per il Papa, ma sappiamo che avrebbe voluto che continuassimo a celebrare la fede», ha detto Marco, 13 anni, con gli occhi lucidi. Gli sguardi dei ragazzi, carichi di aspettativa, tradiscono la consapevolezza di vivere un momento unico: partecipare al Giubileo e, allo stesso tempo, rendere omaggio al pontefice che ha segnato la loro infanzia spirituale.

 

don Mela e don Nicolai accompagnano i ragazzi
Don Mela e don Nicolai accompagnano i ragazzi – foto di Giovanna Tamponi

Don Mela: “Un pellegrinaggio per la Chiesa del futuro”
Tra gli accompagnatori ci sono don Davide Mela, responsabile della Pastorale Giovanile della diocesi di Tempio-Ampurias e don Cesare Nicolai, animatore pastorale del Vicariato Urbano di Tempio. Con 250 ragazzi al seguito, don Mela racconta: «Dodici anni fa ero a San Pietro quando Francesco si affacciò per la prima volta. Mi ha accompagnato dal diaconato al sacerdozio. Oggi porto questi giovani a pregare per lui e per la Chiesa che verrà». Il sacerdote sottolinea il valore comunitario del viaggio: «Vedranno che non sono soli a credere. Affronteranno dubbi e domande insieme, scoprendo una fede gioiosa, come Francesco insegnava». Nonostante le difficoltà logistiche – «Roma è blindata» – don Mela insiste: «È un pellegrinaggio di speranza. I ragazzi torneranno cambiati e sicuramente arricchiti nel loro percorso di vita».

Don Tamponi: “Il papato non è politica, è una nave in missione”
Mentre i giovani viaggiano verso la capitale, don Antonio Tamponi, parroco di Olbia – San Simplicio, riflette sul significato del pontificato. «Leggiamo i papi con categorie sbagliate, gli diamo etichette: conservatori o progressisti. Invece, ogni papato è un tassello della Chiesa universale», spiega. «Da Paolo VI a Francesco, ognuno ha portato una spinta diversa: Giovanni Paolo II l’universalità, Benedetto XVI la profondità, Francesco la tenerezza per gli ultimi. Il papa non guida uno yacht, ma una nave complessa, che naviga tra tempeste mondiali. E oggi, più che mai, serve pregare per chi prenderà il timone».

Don Guevara: “Un addio tra le lacrime”
Dalla periferia di Olbia, don Alberto Mena Guevara, parroco di Olbia – Santa Maria del Mare, racconta un dolore intimo. «Quando ho suonato le campane a lutto, avevo le lacrime agli occhi. Ho subito riunito la comunità per una messa in suffragio. Francesco era un “San Francesco” moderno: ci ha insegnato che la Chiesa deve puzzare di pecore, raggiungere le periferia, amare i poveri senza carrierismo. L’Anno della Misericordia, la cura del creato, la pace… tutto era radicato nella sua preghiera». La sua comunità, composta soprattutto da anziani e lavoratori, ha seguito i funerali in streaming. «Non posso andare a Roma, ma porto nel cuore le sue parole: prendersi cura della Terra e gridare la pace. Il suo testamento è vivo qui, tra gli ultimi. Lui resterà il profeta della misericordia».

La diocesi di Oristano: preghiera e silenzio
Mauro Dessì, portavoce diocesano, ricorda le messe di suffragio celebrate dall’arcivescovo Carboni. «I 160 ragazzi al Giubileo e i loro accompagnatori vivranno un’esperienza irripetibile. Forse qualcuno riuscirà a unirsi ai funerali, questa è la speranza».

Migliaia di ragazzi al porto di Olbia
Migliaia di ragazzi al porto di Olbia – foto di Giovanna Tamponi

Un viaggio che unisce generazioni
Sul ponte della nave, giovani in felpa gialla cantano e suonano la chitarra. Ridono e scattano selfie, ma nelle tasche hanno lettere per il Papa defunto. «Ho scritto solo ”grazie”», mi confida una ragazza. Attraverseranno il Tirreno come pellegrini di un’epoca di passaggio, eredi di un uomo che ha scelto la tenerezza, e testimoni di una Chiesa che, anche nel dolore, non smette di camminare.

Come ha detto don Mela: «Non è un momento triste. È il futuro che inizia». E in quei cori giovanili, tra i colori della Sardegna e le preghiere sussurrate, risuona l’eredità di un papa che ha fatto della speranza un verbo.

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Informazioni su Giovanna Tamponi 130 Articoli
Storyteller per vocazione, cerco ovunque di trovare storie da raccontare. Amo la Sardegna nei suoi contrasti e da qui traggo ispirazione per trasformare emozioni in parole e immagini. Scrivere è il mio ossigeno, e quando non scrivo, cerco la verità attraverso l’obiettivo. Il giornalismo, per me, è restituire voci, luci e ombre: ogni articolo, come ogni scatto, deve emozionare oltre che informare.

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