
Si è svolto ieri 13 marzo 2025 presso la sede di Confcommercio a Olbia il convegno dedicato al progetto EPF (Europe Plural Feminine) e intitolato “Violenza di genere: prevenzione e forme di tutela“, moderato da Alberto Marrone, direttore Confcommercio Olbia.
Il Presidente Regionale della Confcommercio Nord Sardegna, Sebastiano Casu, ha aperto l’incontro con un messaggio chiaro: “Le parole sono belle, ma è la coerenza tra ciò che si dice e ciò che si fa a fare la differenza“. Ha ribadito che la parità di genere non deve essere celebrata solo l’8 marzo, ma deve diventare un valore vissuto ogni giorno. La meritocrazia, secondo il Presidente, deve guidare il riconoscimento dei talenti femminili, evitando che le donne debbano dimostrare di essere superiori per ottenere ciò che meritano. Un impegno che Confcommercio traduce in azioni quotidiane, promuovendo iniziative volte a sensibilizzare e educare la società.
All’incontro è intervenuta l’avvocato Martina Pinna, penalista, vice presidente FIDAPA Sardegna, esperta di violenza di genere. Pinna ha illustrato l’evoluzione normativa che ha portato all’introduzione di strumenti fondamentali come il Codice Rosso. Questa legge, ispirata al triage ospedaliero, garantisce una corsia preferenziale per i reati legati alla violenza di genere, accelerando le indagini e rafforzando la tutela preventiva.
L’avvocato ha poi evidenziato l’importanza del braccialetto elettronico, introdotto con l’articolo 275-bis del Codice di Procedura Penale, come strumento di prevenzione efficace. Grazie a questo dispositivo, è possibile monitorare gli aggressori e garantire maggiore sicurezza alle vittime, riducendo il rischio di recidive. Dati recenti mostrano che il tasso di recidiva è sceso drasticamente, passando dal 9,52% nel 2018 all’1,47% nel 2023, un risultato significativo che dimostra l’efficacia delle misure adottate.
Un altro interessante intervento ha riguardato Bibiana Pala, vicario del questore, la quale ha spiegato come la Polizia di Stato abbia adottato metodologie innovative per combattere la violenza di genere. Uno degli strumenti chiave è

l’applicazione YouPol, scaricabile su smartphone, che permette di denunciare in forma anonima reati come stalking, violenza domestica e abusi legati alla droga. Inoltre, il sistema informatico Scudo monitora gli aggressori e le situazioni di rischio, garantendo una maggiore sicurezza per le vittime. Pala ha anche evidenziato l’importanza delle Stanze di Ascolto, ambienti protetti dove le donne possono sentirsi accolte e supportate durante il processo di denuncia.
Simona Corongiu, rappresentante del Centro Regionale di Programmazione, ha sottolineato l’importanza di un approccio multidisciplinare e multisettoriale per contrastare questa emergenza. Secondo i dati presentati, ogni tre giorni una donna muore per mano di un uomo in Italia. Ma la violenza di genere non si limita solo agli omicidi: stalking, violenza domestica, abusi psicologici ed economici sono altrettanto diffusi e spesso restano sommersi. Come ha spiegato Corongiu, “la violenza contro le donne si combatte coinvolgendo tutte le politiche e tutti i settori di intervento”. Questo significa che le azioni devono andare oltre le misure di emergenza, investendo in prevenzione, formazione e sensibilizzazione.
L’assessore Simonetta Lai con funzioni nel settore sociale, servizi per l’infanzia e per i minori nel comune di Olbia ha focalizzato l’attenzione sulla violenza assistita, un fenomeno che coinvolge circa 1,5 milioni di bambini in Italia. Secondo Lai, i minori che assistono a episodi di violenza domestica subiscono danni emotivi e relazionali che possono influenzare il loro futuro. Un caso emblematico riguarda un ragazzo cresciuto in un contesto di violenza, che solo grazie a un lungo lavoro di sostegno è riuscito a superare comportamenti violenti e ingestibili. Lai ha sottolineato la necessità di destinare fondi specifici per i percorsi di recupero dei minori, considerando la complessità di lavorare con bambini che spesso non parlano o non riescono a esprimere il trauma subito. Questo fenomeno non lascia segni visibili, ma distrugge lentamente l’autostima e la capacità di costruire relazioni sane.

Patrizia Desole, rappresentante di Prospettiva Donna, ha sottolineato il ruolo dei centri antiviolenza come presidi di libertà e rinascita. L’associazione gestisce case rifugio e progetti innovativi come la bottega magica, finanziata da Pangea, per aiutare i minori a elaborare traumi attraverso attività creative e terapeutiche. Solo nell’ultimo anno, la casa rifugio di Olbia ha accolto 31 donne e 22 minori, salvandoli da situazioni di grave pericolo. Patrizia Desole ha spiegato che i centri antiviolenza devono garantire un supporto duraturo, che vada oltre il momento emergenziale. Inoltre, ha sottolineato l’importanza di un approccio intersezionale, ovvero la considerazione di tutte le variabili che influenzano la condizione delle donne vittime di violenza, come il background culturale o lo status migratorio.
Sabrina Lisbona, referente Fipe (Confcommercio Federazione Italiana Pubblici Esercizi) Nord Sardegna in Sede Nazionale, ha presentato il Progetto Sicurezza Vera, dal gruppo delle donne imprenditrici. Il progetto, nato nel 2021 con un protocollo d’intesa firmato con la Polizia di Stato, mira a trasformare gli esercizi pubblici – bar, ristoranti, discoteche ecc – in presidi di legalità e sicurezza sul territorio. Gli esercizi pubblici aderenti diventano punti di ascolto e di primo intervento per le vittime di violenza, in attesa dell’arrivo delle forze dell’ordine. Sabrina ha spiegato che il progetto si inserisce all’interno della campagna “Questo non è amore“, lanciata nel 2016 dalla Polizia di Stato per far emergere situazioni di violenza di genere. Gli esercizi pubblici partecipanti vengono dotati di materiali comunicativi specifici, come stickers, vetrofanie e gadget, che rendono immediatamente riconoscibili i locali aderenti. “Ogni esercizio pubblico può diventare un punto di riferimento per chi cerca aiuto, un luogo in cui sentirsi al sicuro”, ha concluso Sabrina.
Nonostante la gravità del fenomeno, l’incontro ha voluto trasmettere un messaggio di speranza. Come ha sottolineato uno dei relatori, “è possibile cambiare le cose, ma è necessario il coinvolgimento di tutti”. Il progetto EPF rappresenta un passo avanti nella costruzione di una società più equa e inclusiva, dove la parità di genere non sia solo un ideale, ma una realtà concreta. Gli incontri organizzati sul territorio mirano a creare un dialogo costruttivo e a diffondere conoscenze utili per combattere la violenza di genere in tutte le sue forme.
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