
(Adnkronos) – "Venezia è una bottega artigiana dell'arte e dell'architettura" e, allo stesso tempo, "la nuova New York del mondo che verrà". Con queste parole provocatorie Pietrangelo Buttafuoco, presidente della Biennale di Venezia, ha definito la città in vista della 19esima Mostra Internazionale di Architettura, che si terrà dal 10 maggio al 23 novembre 2025. Un doppio paradosso che racconta la capacità di Venezia "di coniugare la sua fragilità storica con la forza di un futuro globale, dove tradizione e innovazione si incontrano", ma anche un invito a riflettere su come Venezia, città di fragilità ma anche di resilienza, "riesca a incarnare la doppia sfida di guardare al futuro senza dimenticare le sue radici". "Mi avventuro in un paradosso. Quel che New York è stato per l'Occidente, adesso è Venezia per il mondo che verrà. E al tempo stesso, Venezia deve tornare a essere una bottega: un luogo in cui le generazioni si incontrano, dove la conoscenza si trasmette con le mani, dove l'arte si fa con l’esperienza condivisa e quotidiana", ha detto Buttafuoco durante la preview riservata alla stampa internazionale della Biennale Architettura. In bilico tra il passato artigiano e un futuro metropolitano, Venezia, ha illustrato Buttafuoco, "si propone così come un modello universale per un mondo in trasformazione. La città lagunare, simbolo di fragilità e al contempo magnete di attrazione per le energie culturali globali, si prepara a diventare una fucina di idee, un laboratorio urbano dove il tema centrale sarà l'intelligenza, naturale, artificiale e collettiva". La Mostra di quest'anno, curata da Carlo Ratti, architetto e ingegnere, direttore del Senseable City Lab del Mit di Boston, porta il titolo emblematico "Intelligens. Natural. Artificial. Collective". "Venezia è il nostro modello locale per una visione globale", ha spiegato Ratti, che ha invitato una pluralità di figure, dalla scienza all'arte, dalla filosofia alla tecnologia. Oltre 750 partecipanti da 66 Paesi presentano più di 280 progetti distribuiti tra Giardini, Arsenale, il cuore storico della città e anche in sedi universitarie e spazi meno convenzionali. "Abbiamo costruito la Mostra dal basso", ha affermato Ratti, rimarcando come la Biennale voglia aprire a un dialogo trasversale tra le discipline e abbattere ogni gerarchia: "Abbiamo chiesto alle persone di proporre idee, e la risposta è stata straordinaria". Accanto a architetti e urbanisti, Ratti ha coinvolto climatologi, matematici, filosofi, stilisti, agricoltori, chef, programmatori, artisti e scrittori. Una vera intelligenza collettiva che si traduce in un percorso espositivo unico. Con il Padiglione Centrale in restauro per tutto il 2025, la Biennale si diffonde nel tessuto urbano come una rete neurale vivente. Il cuore della Mostra è alle Corderie dell'Arsenale, dove il visitatore viene accolto da una provocazione: "Mentre le temperature globali salgono, la popolazione mondiale diminuisce. Un quesito che dà il via al percorso tematico che si articola in tre sezioni principali: Natural Intelligence, Artificial Intelligence, Collective Intelligence, con una quarta sezione, Out, dedicata allo spazio come specchio della condizione terrestre, piuttosto che come via di fuga. Tra i padiglioni più attesi, si segnala Italia, con "Terræ Aquæ. L'Italia e l'intelligenza del mare", curato da Guendalina Salimei (Tese delle Vergini), e il Padiglione della Santa Sede, con "Opera aperta", curato da Marina Otero Verzier e Giovanna Zabotti (Santa Maria Ausiliatrice). Inoltre, il Padiglione di Venezia presenta "Biblioteche. Costruendo l'intelligenza veneziana", un progetto che si estende tra spazi istituzionali e sedi dell'Iuav. Un grande ospite della Biennale Architettura è Michelangelo Pistoletto, maestro dell'Arte Povera, che torna a Venezia con una installazione speciale che promette di essere uno dei momenti più significativi della Mostra. Dal 2021, la Biennale Architettura ha intrapreso un progetto concreto di sostenibilità, puntando sul Manifesto di Economia Circolare promosso da Carlo Ratti, in collaborazione con Arup e la Ellen MacArthur Foundation. L’obiettivo è trasformare la Biennale stessa in un modello di architettura circolare, dove i materiali vengono rigenerati e gli sprechi eliminati. "Costruire con intelligenza il mondo, ascoltando l'intelligenza del mondo", ha sintetizzato Buttafuoco, che ha aggiunto: "Venezia, come New York nel Novecento, è oggi il magnete per il mondo che verrà. Un mondo che avrà al centro l'Africa come dinamo creativa e l’Asia come giacimento di risorse e idee". Il Leone d'Oro alla Carriera della Mostra sarà assegnato alla filosofa statunitense Donna Haraway, mentre il Leone d'Oro Speciale alla Memoria va all’architetto e designer Italo Rota (1953–2024). La giuria internazionale, presieduta da Hans Ulrich Obrist, vedrà la partecipazione di Paola Antonelli, curatrice e direttrice del Dipartimento di Architettura e Design del MoMA, e dell'architetta e curatrice sudafricana Mpho Matsipa. I premi ufficiali includeranno: Leone d'Oro per la miglior Partecipazione Nazionale; Leone d'Oro per la migliore partecipazione alla Mostra Internazionale; Leone d'Argento per una promettente partecipazione emergente. La cerimonia inaugurale si terrà sabato 10 maggio a Ca' Giustinian, sede della Biennale, e la mostra aprirà al pubblico lo stesso giorno alle 11. (di Paolo Martini) —culturawebinfo@adnkronos.com (Web Info)
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