Disturbi tiroide per 6 mln italiani, speranza Ia per diagnosi e cura

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(Adnkronos) – In occasione della Giornata mondiale della tiroide, in programma il 25 maggio, l'Associazione medici endocrinologi (Ame) partecipa con le principali società scientifiche nazionali alla campagna internazionale dedicata alla salute della tiroide, promossa ogni anno dalle maggiori associazioni europee e mondiali, come l'American Thyroid Association (Ata) e la European Thyroid Association (Eta). "La Giornata mondiale della tiroide è un'occasione preziosa che ci aiuta a ricordare, a medici e pazienti, l'importanza della tiroide per il nostro benessere e per la nostra salute – afferma Andrea Frasoldati, presidente Ame – Quest'anno 'Ia' è la parola chiave della campagna di prevenzione, il perno attorno a cui abbiamo voluto puntare l'attenzione parlando di tiroide. Ovvero ciò che l'intelligenza artificiale può e potrà consentire sempre di più in futuro, fornendo aiuto di qualità nella gestione dei pazienti'.  Le patologie della tiroide rappresentano un capitolo rilevante, ma spesso sottovalutato della salute pubblica, evidenziano gli endocrinologi. Si stima che 6 milioni di persone in Italia convivano con un disturbo tiroideo, più del 10% della popolazione del nostro Paese, spesso senza esserne consapevoli. La prevalenza aumenta con l'età e colpisce soprattutto le donne, in cui sono da 5 a 10 volte più frequenti rispetto agli uomini (dati EpiCentro Iss). Come in altri campi della medicina, in campo endocrinologico si moltiplicano le ricerche per verificare le possibili applicazioni dell'Ia nella diagnosi e nella cura delle patologie tiroidee. I noduli tiroidei – spiegano dall'Ame – sono da considerare tra le patologie endocrine più comuni. L'ecografia è il primo strumento diagnostico, ma la sua interpretazione varia in base all'esperienza del medico. L'Ia applicata alla valutazione ecografica dei noduli potrebbe ridurre il numero di agoaspirati effettuati per noduli benigni in virtù di un'accuratezza che in alcuni studi raggiunge il 95-98%, risultando quindi paragonabile a quella degli specialisti più esperti. Inoltre sono state sviluppate anche applicazioni basate sull'Ia che analizzano l'insieme dei dati molecolari, citologici ed ecografici, migliorando la definizione diagnostica dei noduli 'indeterminati', quelli più problematici da interpretare.  L'Ia – proseguono gli endocrinologi – potrebbe col tempo rivelarsi uno strumento prezioso nello sviluppo di algoritmi in grado di prevedere la comparsa di metastasi linfonodali o a distanza, di stimare le probabilità di recidiva o progressione della malattia e di personalizzare i trattamenti. In alcuni protocolli sperimentali, i modelli basati sull'intelligenza artificiale hanno raggiunto livelli di accuratezza del 95%, superiori a quelle delle metodologie tradizionali. Tuttavia, la maggior parte di questi strumenti necessita di ulteriori validazioni prima di una loro adozione nella pratica clinica.  "Da alcuni anni i pazienti utilizzano sempre più spesso la Rete come fonte di informazioni in ambito sanitario – sottolinea Frasoldati – Oggi sono disponibili sul web modelli di Ia progettati proprio per fornire una assistenza 'esperta' alle più diverse domande dei pazienti. In molti casi, le consulenze fornite sono estremamente qualitative, e lo sono in misura direttamente proporzionale alla precisione e all'appropriatezza dei quesiti formulati. Queste 'consulenze' non sostituiscono certamente una visita specialistica, ma possono certamente contribuire a una corretta informazione e, nel caso del medico, riducendo la richiesta di indagini laboratoristiche e strumentali inappropriate".  Tra le patologie della tiroide più comuni, illustra l'Ame: ipotiroidismo (più frequente e spesso misconosciuto), ipertiroidismo oppure il riscontro di noduli tiroidei. La prevalenza nella popolazione dell'ipotiroidismo, cioè di una ridotta funzionalità della tiroide – approfondisce l'associazione – è ritenuta pari al 4-5%, anche se alcuni studi recenti riportano per l'insieme dei casi diagnosticati e trattati e di quelli 'subclinici' valori del 9%. Ogni anno nel nostro Paese vengono diagnosticati circa 300-350mila nuovi casi di ipotiroidismo. L'ipertiroidismo, malattia derivante da un'eccessiva attività della tiroide, presenta numeri inferiori, ma comunque sempre molto importanti, con una prevalenza nella popolazione pari all'1,3% e una frequenza da 6 a 10 volte superiore nel sesso femminile. L'incidenza annuale dei casi di ipertiroidismo è di circa 30mila italiani a cui viene diagnosticata una condizione di ipertiroidismo. I noduli tiroidei sono presenti nel 30-50% della popolazione generale e in oltre il 90% dei casi sono di natura benigna. Tuttavia tumori della tiroide sono una neoplasia tutt'altro che rara – precisano gli specialisti – presentando un'incidenza annuale pari a 13,5 casi per 100mila abitanti, con punte di 30-35 casi per 100mila nelle donne di età compresa tra i 30 e i 60 anni. Come è noto, la prognosi di queste neoplasie è ottima, con una sopravvivenza a 10 anni dalla diagnosi superiore al 95% (dati Fondazione Airc). —salutewebinfo@adnkronos.com (Web Info)

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