CAGLIARI – L’emergenza Blue Tongue continua a colpire duramente la Sardegna, causando la morte di oltre 17.000 capi ovini e preoccupando l’intero settore agro-pastorale. La malattia, che periodicamente devasta le greggi sarde da più di vent’anni, è tornata a dilagare con due sierotipi differenti: il sierotipo 8, che si sta diffondendo nel Nord dell’isola, e il sierotipo 3, attualmente presente nella parte meridionale. A complicare la situazione è la disponibilità limitata di vaccini: se per il sierotipo 8 sono già disponibili, quelli contro il sierotipo 3 non sono ancora stati autorizzati per l’uso.
La criticità della situazione è stata al centro dell’audizione congiunta delle Commissioni Quinta (Sanità) e Sesta (Agricoltura) del Consiglio Regionale, presiedute rispettivamente da Carla Fundoni e Antonio Solinas (PD), alla quale hanno preso parte gli assessori competenti, Gianfranco Satta (Agricoltura) e Armando Bartolazzi (Sanità).
L’assessore della Sanità Armando Bartolazzi ha spiegato che l’epidemia si è manifestata in anticipo rispetto agli anni precedenti, probabilmente a causa dei cambiamenti climatici, con temperature elevate che hanno favorito la proliferazione dell’insetto vettore Culicoides. L’insetto infetta prevalentemente pecore e capre, trasformando però bovini e selvatici in portatori sani.
Per quanto riguarda la campagna vaccinale contro il sierotipo 8, l’assessore ha fornito un quadro dettagliato sulle tempistiche: l’approvazione della delibera è avvenuta il 22 dicembre 2023, l’aggiudicazione della gara il 12 aprile 2024 e l’ordine di fornitura è stato emesso il 19 aprile 2024. Tuttavia, per il sierotipo 3, la situazione resta complessa: solo il calo delle temperature sotto i 15 gradi, che bloccherebbe la diffusione del Culicoides, potrà limitare l’ulteriore diffusione della malattia.
L’assessore ha inoltre sottolineato l’importanza di monitorare l’evoluzione dell’epidemia in tempo reale, proponendo una maggiore diffusione dei dati epidemiologici e livelli di classificazione del virus per implementare interventi più tempestivi e mirati.
L’assessore dell’Agricoltura Gianfranco Satta ha espresso forte preoccupazione per le perdite subite dagli allevatori, stimando in oltre 20.000 capi le potenziali perdite complessive, un numero che ha già superato le 17.000 unità. Per contrastare i danni economici, la Regione prevede di innalzare a 300 euro per capo l’indennizzo per gli ovini morti e di introdurre un risarcimento di 20 euro a capo per la mancata produzione. Inoltre, sono stati stanziati 700mila euro per coprire i costi sostenuti dagli allevatori per l’acquisto degli insetticidi, necessari per contrastare la diffusione dell’insetto vettore.
Complessivamente, il piano di ristoro ammonta a 10 milioni di euro, risorse che verranno distribuite agli allevatori sardi colpiti dall’emergenza.
In risposta alle domande dei consiglieri Rubiu (FdI), Maieli (FI), Corrado Meloni (FdI), Casula (SF) e Canu (SF), gli assessori Satta e Bartolazzi hanno garantito la corretta attivazione degli “animali sentinella” e hanno annunciato di aver inoltrato una richiesta al Ministero della Salute affinché l’Istituto Zooprofilattico della Sardegna possa certificare la classificazione del virus in loco, evitando così di attendere i risultati dell’Istituto Zooprofilattico di Teramo, centro nazionale di referenza per le malattie esotiche degli animali.
La Regione Sardegna, dunque, prosegue con le operazioni di contenimento dell’epidemia, puntando su vaccinazioni mirate, ristori economici e azioni di prevenzione per proteggere il comparto zootecnico, colonna portante dell’economia isolana.
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