(Adnkronos) – Gli scienziati sospettavano da decenni l’esistenza di caverne sotterranee sulla Luna, già le prime immagini dei satelliti orbitanti della NASA, che avevano mappato la superficie lunare prima delle missioni Apollo, avevano suggerito la presenza di queste strutture. Questa straordinaria scoperta è stata illustrata in uno studio appena pubblicato su
Nature Astronomy
ed è stata effettuata rianalizzando i dati radar raccolti dallo strumento Mini-RF del LRO nel 2010. Il team internazionale, guidato dall’Università di Trento e in parte finanziato dall’Agenzia Spaziale Italiana, ha individuato una caverna che si estende per oltre 200 piedi dalla base di una voragine situata a 230 miglia a nord-est del primo sito di atterraggio umano sulla Luna, nel Mare Tranquillitatis. La piena estensione della caverna è ancora sconosciuta, ma potrebbe allungarsi per miglia sotto il mare lunare. La cavità, che potrebbe essere un condotto lavico, è stata individuata grazie alle analisi dei dati raccolti da Mini-RF (Miniature Radio-Frequency), strumento radar installato sulla sonda LRO. Le immagini della superficie lunare prodotte da Mini-Rf risalgono al 2010 e sono state analizzate con delle innovative tecniche di elaborazione dei segnali, sviluppate recentemente dall’ateneo tridentino. Il gruppo di lavoro ha così scoperto che una parte delle riflessioni radar di una zona del Mare della Tranquillità può essere ascrivibile a una cavità sotterranea. Inoltre, i ricercatori sono stati in grado di realizzare un modello che rappresenta la parte iniziale del condotto. “Le misure radar svolgono un ruolo cruciale nella comprensione della morfologia e composizione delle superfici e sottosuperfici planetarie – ha commentato Alessandra Tiberia, responsabile ASI per le attività scientifiche dei radar per le missioni JUICE, MRO ed EnVision – I dati radar, infatti, forniscono informazioni su ciò che accade sotto la superficie dei pianeti e questa informazione può costituire un cambio di paradigma nell’esplorazione umana nello spazio: i lava tubes potrebbero non solo fornire informazioni sull’evoluzione dei pianeti stessi, ma anche offrire un ambiente a temperatura controllata e protetto da radiazione cosmica e solare per eventuali insediamenti umani. In tale ottica l’Agenzia Spaziale Italiana è attivamente coinvolta nella partecipazione a diverse missioni interplanetarie che coinvolgono strumentazione radar, valorizzando le potenzialità e le preziose competenze presenti nella comunità scientifica italiana, di altissimo livello. Il raggiungimento di questo importante risultato – prosegue Tiberia – è stato possibile grazie allo sviluppo di tecniche di elaborazione dati avanzate, da un lato indispensabili all’avanzamento scientifico, dall’altro propedeutiche alla definizione dei requisiti scientifici per missioni future”. Come i “tunnel di lava” presenti sulla Terra, gli scienziati sospettano che le caverne lunari si siano formate quando la lava fusa è fluita sotto uno strato di lava raffreddata, o quando una crosta si è formata sopra un fiume di lava, lasciando un lungo tunnel vuoto.
Elaborazione di una foto di A. Romeo. Modello 3D LRO della NASA (Crediti: Brian Kumanchik, Christian Lopez, NASA, JPL/Caltech) – foto scattata nel 1968 dall’astronauta Bill Anders di Apollo 8.
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