
OLBIA ( SS ) – Olbia custodisce un patrimonio archeologico di inestimabile valore, ma la sua gestione non è stata priva di criticità. L’incontro al Museo Archeologico, voluto dal sindaco Settimo Nizzi, ha rappresentato un’occasione per fare il punto sullo stato di salute del patrimonio culturale cittadino, per discutere di progetti futuri e per affrontare un passato fatto di errori e carenze.
Il caso delle navi romane e medievali abbandonate nell’area esterna dell’ex Artiglieria rimane un simbolo di questa complessità. Per anni, i relitti hanno subito l’esposizione agli agenti atmosferici, nascosti tra le erbacce e privi di un’adeguata tutela. Un patrimonio unico al mondo, ora al centro di un nuovo percorso di valorizzazione.
La soprintendente di Sassari e Nuoro, Isabella Fera, e la funzionaria Gabriella Gasperetti hanno spiegato come i problemi siano nati da un intreccio di burocrazia, mancanza di personale e finanziamenti ritirati.
I relitti, trovati 25 anni fa durante gli scavi per il tunnel cittadino, erano stati conservati nel capannone dell’ex Artiglieria. Tuttavia, con il via ai lavori di ristrutturazione finanziati dall’8×1000 nel 2018, le casse contenenti i reperti furono spostate all’aperto, in attesa di un intervento che, purtroppo, non è mai stato completato a causa del ritiro dei fondi da parte della Presidenza del Consiglio.
“Le casse non erano progettate per resistere all’aperto”, ha spiegato Gasperetti, “ma fino al gennaio 2024 abbiamo continuato a eseguire manutenzioni e rabbocchi d’acqua”.
Il risultato? Un degrado progressivo delle casse. Nel 2020 è stato possibile investire su questi contenitori e sono state interessate ditte in grado di fornire grossi contenitori di vetroresina.
Sono state così commissionate le nuove casse, dotate di rubinetti per lo scarico dell’acqua, e oggi, come ha confermato la restauratrice Alessandra Carrieri, tutti i reperti sono conservati adeguatamente.
I relitti resteranno temporaneamente all’aperto, in attesa di ulteriori finanziamenti per il restauro del capannone e di uno dei relitti stessi, destinato all’esposizione.
Durante l’incontro, è stato fatto il punto anche su altri progetti di valorizzazione.
Due capannoni dell’ex Artiglieria sono in fase di recupero da parte del Segretariato regionale del ministero, con l’obiettivo di creare un polo polifunzionale dedicato a esposizioni e attività culturali.
Il sindaco Nizzi ha annunciato anche il prossimo accatastamento del Museo Archeologico, che permetterà alla struttura di essere accreditata ed entrare così a far parte dei circuiti museali regionali e nazionali.
Oltre alle navi, il museo è impegnato nel restauro dei due relitti romani già esposti, che presentavano gravi problemi di conservazione.
Si è provveduto, per questi ultimi, alla sostituzione dei sostegni in legno, che si stavano deteriorando a causa dell’ambiente umido in cui sono mantenuti i reperti.
I nuovi sostegni sono in acciaio, a garanzia di una lunga durata. Si è parlato anche del villaggio nuragico di Belveghile, situato sotto un viadotto e oggi al centro di un importante progetto di valorizzazione.
Gianna Masu, dirigente del Comune, ha delineato l’ambizioso progetto che punta a trasformare Olbia in un laboratorio culturale di respiro europeo.
“Il ritorno per la città, e per l’Italia, sarà significativo,” ha sottolineato il sindaco Nizzi, ribadendo che le esperienze passate devono servire da monito per non commettere altri errori e garantire una gestione più efficiente del patrimonio culturale.
L’incontro si è chiuso con l’auspicio condiviso di rafforzare la collaborazione tra enti locali e nazionali, superando le difficoltà logistiche e finanziarie che per anni hanno limitato le potenzialità di Olbia.
Il Museo Archeologico non è solo un luogo di conservazione, ma un crocevia di storie, che riflettono il rapporto millenario della città con il Mediterraneo e la sua centralità nel commercio e nella cultura antica.
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