(Adnkronos) – Sono centinaia i cittadini scesi in piazza Anco Marzio, nel cuore di Ostia, per chiedere ‘giustizia’ per un territorio ‘diffamato’. “Chiediamo che il nome di Ostia venga ripulito – spiega all’Adnkronos Mauro Delicato, portavoce del comitato cittadino ‘Giustizia x Ostia’ promotrice dell’evento -. Dieci anni fa Ostia è stata commissariata e per dieci anni noi residenti, commercianti, piccoli e medi imprenditori, siamo stati considerati dei mafiosi. Siamo scesi in piazza perché alcune settimane fa l’ex prefetto Gabrielli ha dichiarato che Ostia era stata commissariata per una ‘supercazzola’ per salvare Roma. La gente si è indignata, pretende le scuse. E magari che una piattaforma come Netflix, invece di Suburra, racconti l’altra faccia di Ostia, quella dei lavoratori, delle persone oneste”. Organizzata anche una raccolta firme. “Per una interrogazione parlamentare – dice Delicato -. Andremo al Campidoglio, chiederemo un risarcimento simbolico di 1 euro e chiederemo venga anche Mattarella, lo inviteremo per un caffè. Nella speranza che Roma cominci a occuparsi di Ostia in un modo migliore perché ci sentiamo abbandonati”. Decine le fiaccole che si sono accese in piazza dietro allo striscione “Era una supercazzola, giustizia per Ostia”. “Sono indignata, delusa e preoccupata per tutto quello che questo territorio è stato costretto a sopportare in questi 10 anni – dice dal piccolo palco Claudia Martucci -. A motivarci la rabbia delle dichiarazioni dell’ex prefetto Franco Gabrielli. In un evento pubblico ha riferito che dieci anni fa, nel 2015, al momento di decidere l’eventuale commissariamento di Roma per le vicende di Mafia Capitale, si decise impiegando un artificio giuridico, una specie di ‘supercazzola’, per dirla con le stesse parole di Gabrielli. Commissariare l’intero Comune di Roma avrebbe significato un ritorno di immagine negativo, tanto da incidere con il 2% del pil. Per questo, d’intesa con il governo, si decise di commissariare il Municipio di Ostia”. “L’equazione Ostia = mafia ha significato il crollo di ogni forma di turismo, la svalutazione delle proprietà, l’offesa della dignità di chi vive e lavora a Ostia. Siamo in piazza per rivendicare il diritto al nostro rispetto, il nostro è un comitato spontaneo col solo obiettivo di accendere la luce su quanto stiamo pagando per una manovra politica e di mercato. Ostia e il suo entroterra sono stati calpestati, e il territorio trattato come una pedina sacrificabile”. —cronacawebinfo@adnkronos.com (Web Info)
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