(Adnkronos) – “In Italia la crescita procede a ritmi moderati. La contrazione del credito all’economia provocata dalla restrizione monetaria non ha avuto effetti dirompenti, a differenza di quanto avvenuto in passato. Ciò riflette anche la robusta condizione reddituale e patrimoniale delle banche, cui ha contribuito la riforma normativa avviata dopo la crisi finanziaria”. Così il governatore della Banca d’Italia, Fabio Panetta, nel suo intervento all’Assemblea Abi 2024. Per Panetta ”l’irrobustimento delle imprese, la solida posizione finanziaria delle famiglie e la forza delle banche ci consentono di guardare avanti con fiducia, ma non devono indurre a un eccessivo ottimismo”. ”Il protrarsi della debolezza del credito inciderebbe su un contesto che come in altri paesi è esposto a vulnerabilità, nel quale sarebbe difficile immaginare interventi pubblici come quelli eccezionalmente generosi varati dopo la pandemia”, afferma Panetta, ricordando che “lo scorso 5 luglio si è tenuta la prima riunione del Comitato nazionale per le politiche macroprudenziali, cui partecipano le autorità che contribuiscono a rafforzare il ruolo del sistema finanziario al servizio della crescita e dello sviluppo: oltre alla Banca d’Italia, la Consob, l’Ivass e la Covip. Nel complesso, pur in presenza di vulnerabilità, la valutazione del Comitato è che i rischi per la stabilità finanziaria in Italia siano attualmente contenuti”.
Anche “l’economia europea nei mesi scorsi ha registrato una moderata espansione, dopo un lungo ristagno. È un segnale positivo, ma l’evoluzione futura rimane incerta. Tardano a emergere segnali di un deciso miglioramento della domanda interna. Pesano le condizioni monetarie tuttora restrittive, oltre che le inquietudini generate dalle tensioni geopolitiche e dalle vicende politiche a livello internazionale”. ”Le future decisioni di politica monetaria dovranno tenere conto di due importanti fattori. Il primo è che i rialzi passati dei tassi ufficiali stanno tuttora comprimendo la domanda, l’attività produttiva e l’inflazione e continueranno a farlo nei mesi a venire. Il secondo è che gli effetti espansivi dell’allentamento monetario che si profila per i prossimi mesi saranno attenuati dall’ulteriore contrazione del bilancio dell’Eurosistema, che continuerà ad agire in senso restrittivo sui costi di raccolta e sulla liquidità delle banche e quindi sull’offerta di credito all’economia”, sottolinea Panetta. ”Da qui in avanti la disinflazione potrà essere completata adeguando gradualmente il livello dei tassi ufficiali al calo dell’inflazione effettiva e attesa, se gli sviluppi macroeconomici confermeranno l’attuale quadro previsivo -conclude Panetta-. Ma dovremo essere pronti a rispondere con rapidità a nuovi shock che potrebbero allontanarci, verso l’alto o verso il basso, da quella traiettoria”. Panetta avverte infatti che ”un prolungamento della fase di alti tassi di interesse potrebbe incidere sulla capacità di rimborso dei debiti. Segnali in tal senso stanno già emergendo: nel primo trimestre del 2024 il flusso dei prestiti deteriorati è salito al 2,1% dei finanziamenti complessivi alle imprese, dall’1,8 del trimestre precedente, e si stima che continuerà a crescere moderatamente sia quest’anno sia il prossimo. Per le famiglie il tasso di deterioramento rimarrebbe più contenuto, intorno all’1%. Si tratta comunque di valori lontani dai massimi storici: nei momenti difficili dello scorso decennio questo indicatore sfiorò il 10% per le imprese e superò il 3 per le famiglie”. Il Governatore della Banca d’Italia sottolinea inoltre che “si discute della crescita dei salari, tuttora robusta. Anche in questo caso un’attenta analisi dei dati attenua i timori. Dopo le perdite degli anni scorsi, l’attuale aumento delle retribuzioni rappresenta un inevitabile recupero del potere d’acquisto, destinato ad affievolirsi a mano a mano che si ridurrà la perdita da recuperare. Inoltre, i minori costi degli input produttivi intermedi e i cospicui profitti sin qui accumulati consentono alle imprese di assorbire la crescita salariale senza trasferirla sui prezzi finali. Infine, l’incremento del costo del lavoro da un lato e il calo dei prezzi dell’energia e del costo del capitale dall’altro favoriranno un aumento del rapporto capitale-lavoro e della produttività, contribuendo anche per questa via a contenere le pressioni inflazionistiche”. Panetta ha chiesto infine alle banche, la cui “solidità rappresenta oggi un elemento di forza del nostro sistema produttivo” di “accompagnare la ripresa della domanda, affiancando famiglie e imprese, evitando che il credito possa costituire un freno ai consumi e agli investimenti”. “Le banche dovranno contemperare l’esigenza di contenere i rischi con quella di sostenere l’economia reale. Il credito dovrà continuare a fluire ai prenditori capaci di onorare i propri impegni. Ciò richiederà un’attenta selezione dei debitori, un costante vaglio delle loro condizioni reddituali e finanziarie e un’efficace strategia di recupero in caso di insolvenza”, sottolinea. —economiawebinfo@adnkronos.com (Web Info)
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