Salute, Inter-Barcellona da infarto? La scienza rivela i rischi per il cuore

banner pubblictà

(Adnkronos) – "Avevo la tachicardia come se avessi giocato io per 122 minuti". "Affanno, tremore, sudorazione, respiro intermittente, diamine. #InterBarça". Sono alcuni dei commenti affidati ai social dai tifosi durante Inter-Barcellona, la partita infinita, un colpo di scena dietro l'altro, per un totale di 7 gol e tanti – troppi – momenti al cardiopalma, dalle reti di Acerbi al 93esimo (quando tutto sembrava perduto) e Frattesi al 99esimo, al quasi gol del fuoriclasse del Barcellona Yamal sventato al minuto 113 del secondo tempo supplementare grazie alla parata miracolosa di Sommer. "I battiti si impennano, arriva poco ossigeno e si può collassare. Il vuoto pneumatico nel cranio", si legge in un post di un utente X pubblicato durante il match.  "Tutto a posto le coronarie?", chiede qualcuno. Per poi arrivare alla conclusione: "Tifare Inter è la prima causa di infarto in Italia", sancisce una tifosa. Ma c'è anche chi lo dice con una foto inequivocabile, quella dei battiti per minuto segnalati dallo smartwatch: 134, con picchi di 143. "L'orologio mi ha segnato un allenamento, ma ero da 2 ore sul divano a guardare Inter-Barcellona", il commento. E ancora: "142 bpm prima del rigore di Chala", segnala un altro utente. Pericolose montagne russe, dall'esultanza alla disperazione e poi di nuovo gioia sfrenata, passando per picchi stellari di ansia e adrenalina. Un match da infarto, nel vero senso della parola. E con prove scientifiche a supporto. Sono diversi, infatti, gli studi che dimostrano come il cuore dei tifosi venga messo a dura prova durante sfide adrenaliniche, specie quando in gioco ci sono finali che consacrano, come quella della Champions League guadagnata ieri dai nerazzurri.  Durante i Mondiali di calcio – e negli Usa durante il Super Bowl della National Football League – è stato osservato davvero che i tassi di attacchi di cuore e di problemi al ritmo cardiaco (aritmie) aumentano, sia tra gli appassionati di sport che nella popolazione locale. Un lavoro pubblicato sull''American Journal of Cardiology' – ricordava per esempio il portale di informazione sanitaria 'Harvard Health Publishing', della Harvard Medical School – ha analizzato da vicino questo rischio. I ricercatori hanno preso in considerazione i dati di 133 persone con device cardiaci impiantati a St. Louis, Missouri, durante due periodi di 10 giorni. La prima analisi si è svolta all'inizio di settembre 2011 (periodo di controllo). La seconda 6 settimane dopo, durante le World Series, fase finale del campionato professionistico americano di baseball, quando i St. Louis Cardinals hanno giocato una serie di partite emozionanti contro i Texas Rangers. Durante i playoff, i dispositivi monitorati hanno rilevato quasi il doppio delle aritmie rispetto al periodo di controllo.  I picchi di adrenalina, ormone che aumenta la frequenza cardiaca, probabilmente spiegano queste differenze marcate, è la riflessione degli esperti. Ma le aritmie – precisano gli autori dello studio – erano quasi tutte innocue, e solo una persona ha richiesto una scarica erogata dal device per ripristinare il ritmo cardiaco regolare. Ricerche future potrebbero chiarire la tempistica delle aritmie in relazione ai principali eventi sportivi, così come nelle persone senza dispositivi cardiaci impiantati, suggeriscono infine gli esperti. Ma questa non è l'unica ricerca pubblicata sul tema.  Una pubblicata sul 'Journal of Sport Sciences', ad esempio, conclude che "la visione di partite di calcio risulta associata a un rischio maggiore di malattie cardiovascolari" fatali e non fatali "complessive, sia negli uomini che nelle donne", ma "soprattutto tra gli spettatori di sesso maschile". Il team – scienziati di atenei e ospedali cinesi – firma una metanalisi degli studi sull'argomento pubblicati fino al 2018. "L'analisi dei sottogruppi ha mostrato che l'insuccesso della squadra comporta un rischio maggiore", scrivono gli autori, e che si è visto in particolare "un rischio più elevato di infarto miocardico non fatale", mentre "non è stato riscontrato alcun aumento significativo di ictus fatale o non fatale".  C'è anche un lavoro italiano, risalente però al 2010, che invece rileva una mancanza di correlazione con il rischio di eventi cardiovascolari acuti. E conclude che "è probabile che gli effetti cardiovascolari della visione di partite di calcio siano, se non altro, molto limitati". Per arrivare a questo risultato, gli autori hanno studiato 25.159 ricoveri ospedalieri per infarto miocardico acuto nella popolazione italiana durante tre competizioni calcistiche internazionali: la Coppa del Mondo 2002, il Campionato Europeo 2004 e la Coppa del Mondo 2006. Ma lo spunto per il loro studio era stato a sua volta un altro lavoro che aveva invece analizzato le variazioni nei tassi di emergenze cardiache in Baviera (Germania) durante un Mondiale di calcio, rilevando "un aumento di 2,7 volte dell'incidenza nelle 12 ore precedenti e successive alle partite di calcio che hanno coinvolto la nazionale tedesca", innescando il dibattito sulla necessità di introdurre misure preventive cardiovascolari ad hoc.  Di certo c'è che adrenalina e stress giocano un ruolo determinante. Anche una ricerca targata Oxford del 2020 indaga sulla spinosa questione calcio e cuore. Gli autori, come riportato online in un servizio di allora della 'Bbc', hanno analizzato la saliva dei tifosi brasiliani durante la storica sconfitta contro la Germania ai Mondiali del 2014. E hanno scoperto che i livelli dell'ormone cortisolo erano aumentati vertiginosamente durante la sconfitta casalinga per 7-1 in semifinale. Picchi che possono essere pericolosi perché aumentano la pressione sanguigna e affaticano il cuore. Anche i "tifosi più occasionali" sperimentano questo tipo di stress, ma "non estremo come quello vissuto da coloro che sono fortemente in simbiosi con la propria squadra, i quali sperimentano la maggiore risposta fisiologica quando guardano una partita", ha chiarito la ricercatrice Martha Newson, suggerendo l'opportunità di screening cardiaci o altri controlli per i seguaci più affezionati. Bene, dunque, seguire fino in fondo il mantra "pazza Inter, amala", ma con un occhio all'elettrocardiogramma.  —salutewebinfo@adnkronos.com (Web Info)

banner pubblicità

Commenta per primo

Lascia un commento

L'indirizzo email non sarà pubblicato.


*