(Adnkronos) – “Il modo giusto per reagire all’aggressione russa in Ucraina, e anche nei nostri Paesi, è sostenere l’Ucraina, cosicché possano usare le armi che già possiedono nel modo in cui hanno bisogno di usarle. E’ così che si previene l’escalation, permettendo all’Ucraina di contrattaccare e di vincere la guerra. E’ così che si ferma la Russia”. Lo dice il ministro degli Esteri lituano Gabrielius Landsbergis, a Bruxelles a margine del Consiglio Esteri. “Il problema più grande che dobbiamo risolvere – aggiunge – è la nostra paura. Temiamo quello che la Russia potrebbe pensare e come potrebbe reagire, e la nostra paura sembra un invito ad agire con maggior forza in Ucraina, con attacchi spietati contro obiettivi civili. Supermercati distrutti, bambini, donne, vittime innocenti uccise. Ma è anche un invito ad agire nei nostri Paesi: parliamo dell’attività ibrida nella regione baltica, in Polonia e in altri Paesi”. Dopo il via libera di Stoltenberg, a Washington l’argomento è al centro della discussione, soprattutto – a quanto pare – per il pressing del segretario di Stato Antony Blinken. Intanto il ministro degli Esteri britannico David Cameron ha dichiarato durante una recente visita a Kiev che spetta all’Ucraina decidere se utilizzare le armi britanniche contro le posizioni in Russia. E anche la Svezia non dice no a priori. Il quotidiano Hallandposten riporta la risposta del ministero della Difesa, guidato da Pal Jonsson, alla domanda sulla posizione di Stoccolma nel quadro internazionale: “L’Ucraina è soggetta ad una guerra di aggressione non provocata e illegale da parte della Russia. Secondo il diritto internazionale, l’Ucraina ha il diritto di difendersi con azioni militari indirizzate al territorio del nemico, nel rispetto delle leggi di guerra. La Svezia sostiene la guerra internazionale legge e il diritto dell’Ucraina all’autodifesa”. Il cancelliere tedesco Olaf Scholz nelle ultime ore ha invece ribadito di essere contrario all’uso di armi tedesche da parte delle forze armate ucraine per colpire obiettivi in Russia. “Abbiamo concordato regole chiare con l’Ucraina per la consegna delle armi. Regole che funzionano. Almeno questa è la mia teoria”, ha detto Scholz. Da quando la Russia ha invaso l’Ucraina più di due anni fa, la Germania ha fornito a Kiev pezzi di artiglieria a lungo raggio come il lanciarazzi Mars II, che ha una gittata di oltre 80 chilometri. Proprio dalla Germania, e in particolare da Der Spiegel, arrivano intanto indiscrezioni che trovano ampio spazio sui media ucraini. La scorsa settimana, a margine di una conferenza sulla sicurezza internazionale a Tallinn, esponenti dei paesi baltici hanno informato rappresentanti di Berlino: Estonia, Lettonia e Lituania sono pronte a inviare soldati in Ucraina se il quadro bellico dovesse diventare totalmente favorevole alla Russia. I paesi baltici, a cui viene accostata anche la Polonia, non aspetterebbero l’eventuale avanza russa verso i confini occidentali: “Coloro che vogliono limitare la guerra attraverso restrizioni eccessive rischiano in realtà di perdere il controllo”, sintetizza il magazine. —internazionale/esteriwebinfo@adnkronos.com (Web Info)
Articoli correlati
Sovrintendente Petruzzelli: “Bene riconoscimento teatro monumento nazionale”
(Adnkronos) – “Ringrazio l’onorevole Rita Dalla Chiesa e tutta la Commissione Cultura per la proposta di questo importante riconoscimento dedicato al Teatro Petruzzelli. Con l’auspicio che il provvedimento venga trasformato quanto prima in legge dai […]
Concerto primo maggio, Cosmo con bandiera palestinese
(Adnkronos) – Cosmo con la bandiera palestinese sul palco del concerto del primo maggio al Circo Massimo. Il cantante, protagonista di una delle ultime esibizioni dello show, porta la bandiera sul palco durante l’esecuzione del […]
Saipem garantirà i servizi di intervento sottomarino per gasdotto Libia-Italia
(Adnkronos) – Saipem si è aggiudicata un contratto per garantire la sorveglianza e i servizi di intervento sottomarino del gasdotto GreenStream lungo le tratte offshore e onshore presso i terminali di Mellitah, in Libia, e […]
Commenta per primo