“Voci di donne in fuga”: un grido di speranza che rompe il silenzio

La presentazione del libro a Telti accende i riflettori sulla violenza contro le donne e il ruolo delle case rifugio in Gallura

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“Voci di donne in fuga” un grido di speranza che rompe il silenzio

La sala consiliare di Telti era gremita ieri sera, 29 novembre, per la presentazione di “Voci di donne in fuga – uscire dal silenzio”. Un libro che da voce a tante donne che hanno trovato rifugio dalla violenza.

L’iniziativa, promossa dall’Associazione Prospettiva Donna, con sede a Olbia, ha offerto un’occasione di riflessione sulla piaga della violenza di genere, solo pochi giorni dopo la Giornata internazionale del 25 novembre.

Il libro, nato da un’idea di Patrizia Desole, direttrice di Prospettiva Donna, è un vero pugno allo stomaco. Racconta l’esperienza del rifugio antiviolenza, una casa che offre protezione e supporto a donne e bambini costretti a lasciare tutto per salvarsi.

Susanna Trossero, scrittrice e coordinatrice della parte letteraria del progetto, descrive il rifugio come un luogo dove il dolore si trasforma lentamente in rinascita.

Entrando nella casa, si viene accolti dal tepore e dalle tinte pastello che creano un senso di famiglia. Le donne che vivono lì non solo condividono spazi, ma si uniscono in una comunità di cura e solidarietà. “I bambini sembrano figli di tutte, perché tutte se ne prendono cura”, scrive Trossero, offrendo uno sguardo intimo su un luogo tristemente necessario, ma simbolo di speranza e ripartenza.

Alla presentazione hanno partecipato insieme alla Desole, anche la vicesindaca del comune di Telti Piera Azzena, Giuliana Angotzi, co-fondatrice e councelor, Diana Bandinu, avvocata e criminologa, Carla Concas, psicoterapeuta e infine Carla Girelli, scrittrice. E’ intervenuto anche il Sindaco di Telti Vittorio Pinducciu, che da anni sostiene le iniziative dell’associazione.

Tra le testimonianze, le lettere e i pensieri delle donne che hanno vissuto il rifugio, spicca la poesia “Adolescenza uccisa” di Marella Giovannelli, un dialogo con il dolore, ma anche un atto di riscatto: riconoscere le proprie ferite per poterle trasformare in un terreno fertile per l’amore, la crescita e la speranza.

“Questo piccolo libro, realizzato con poche risorse ma con tanto cuore, vuole lanciare un messaggio di speranza. “La violenza ha tante e tali forme – dice Giuliana – ed è così subdola da poter arrivare anche dove ci si sente al sicuro”. “Non bisogna mai sottovalutare i segnali della violenza”, ha concluso Patrizia. Edito da Taphros, il libro è disponibile telefonando presso l’Associazione.

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