
Olbia, 01 febbraio 2024 – “Liberi di non avere paura – basta aggressioni”. Un grande striscione affisso alla cancellata presso il passaggio a livello tra corso Vittorio Veneto e Corso Umberto. Scritto a mano da ragazzi stanchi ma determinati. Un gruppo di ragazzi che distribuiscono volantini autostampati. È questa l’immagine di Corso Vittorio Veneto questa mattina, dove un gruppo informale di cittadini ha deciso di rompere il silenzio. Non bandiere politiche, non simboli di partito: solo parole di protesta e voglia di riscatto. “Non siamo un’associazione, né un movimento organizzato. Siamo persone comuni, stanche di subire”, spiega una delle attiviste, che preferisce restare anonima. “L’aggressione a un ragazzino di 14 anni è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso. Così abbiamo detto: basta”, dice il protavoce del gruppo.
Il cuore della protesta batte contro un degrado multiforme: sporcizia, alcolici consumati all’aperto, stupefacenti, ma soprattutto aggressioni e molestie diventate routine. “Non è una questione di immigrati o italiani”, chiarisce il portavoce. “Ci sono ragazzi, anche olbiesi, che soprattutto la sera, con la penombra, accerchiano la gente, minacciano, derubano. La sera diventa un percorso a ostacoli”.
“Le istituzioni le sentiamo lontane, le denunce non bastano. Le forze dell’ordine arrivano solo se chiamate, ma spesso è troppo tardi”.
Panchine rimosse, stessi problemi
Una critica va all’amministrazione: “Hanno tolto le panchine per eliminare lo spaccio e le altre attività illecite, ma così hanno penalizzato anziani, donne incinte, chi ha bisogno di riposarsi, magari per un calo di pressione. Intanto, chi vuole delinquere si appoggia al muretto e continua a farlo”. La soluzione? “Serve più luce, letteralmente: illuminazione potente nelle zone buie, dove si nasconde il degrado. Chi vuole delinquere cerca l’ombra, se tutto fosse ben illuminato ci penserebbero bene”.
Le richieste
Il gruppo avanza richieste precise: illuminazione intensiva nelle aree critiche e sorveglianza preventiva, non solo reattiva. “Servono pattuglie nelle ore serali, telecamere, presenza visibile. Non vogliamo sostituirci alle associazioni esistenti – precisano – ma agire sul campo. Se facciamo qualcosa come appendere un cartello, forse qualcuno si sveglia”.
Due gli episodi che hanno fatto esplodere la protesta: l’aggressione ad una donna di qualche tempo fa e quella del 23 gennaio scorso, quando un ragazzo di 14 anni venne aggredito senza motivo a colpi di spranga mentre girava in bicicletta in zona passaggio a livello. Dopo Corso Vittorio Veneto, il gruppo punta a mappare altre zone critiche: dalla stazione al lungomare, passando per i parchi. «Non è un problema di un quartiere: è tutta Olbia che soffre. Proviamo a muoverci noi e a fare qualcosa nel nostro piccolo”. Olbia, porta della Costa Smeralda, vive un paradosso stridente: da un lato, il glamour del turismo d’élite; dall’altro, strade dove i residenti non si sentono al sicuro. “Ai visitatori mostriamo il mare e i locali, ma dietro c’è una città diversa”, ammette un commerciante. Se non si interviene, potremmo perdere tutto”.
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