
OLBIA – Le valigie di cartone, disposte con cura sui gradini della Basilica di San Simplicio, erano trascinate dal vento, rovesciate, bistrattate.
Come le storie di ogni donna e di ogni uomo deportato e rinchiuso in un campo di concentramento, strappato alla sua famiglia e ai suoi sogni. Ognuna di esse era segnata dalla stella di David, il primo segno della divisione dagli “altri”, quelli non ebrei.
Sono le storie di chi, ottant’anni fa, dovette abbandonare tutto. È in questo scenario simbolico, tra musica e silenzi carichi di significato, che la scuola media Armando Diaz di Olbia ha celebrato il Giorno della Memoria, trasformando il ricordo della Shoah in un monito per il presente e in un seme di speranza per il futuro.
Coordinati dai professori Vincenza Galleri e Walter Mura, gli studenti hanno dato vita a un’installazione potente, dove le valigie – metafora degli esodi forzati di ieri e di oggi – incontrano colombe di carta e bandiere per la pace dei popoli in guerra.
“Non è solo un atto di memoria, ma un invito a riflettere sul nostro ruolo”, ha sottolineato la professoressa Galleri. “Queste valigie, pur cariche di dolore, ci ricordano che ogni storia va custodita. Le colombe, invece, simboleggiano la speranza che non deve morire.
Il vero pericolo è l’indifferenza: non possiamo voltarci dall’altra parte”. Un concetto ribadito dal professor Mura, che ha legato passato e presente: “La memoria deve spingersi oltre la ritualità. Oggi, come allora, vediamo guerre e discriminazioni. Parlare di pace non è retorica, ma un’urgenza”.
Protagonisti assoluti della mattinata sono stati i ragazzi, impegnati in performance musicali, letture e riflessioni. Tra questi, Maxim Lelli, 11 anni, ha conquistato la platea con un appello semplice e diretto: “La Shoah è successa per colpa di una brutta persona. Dobbiamo imparare dagli errori e impegnarci per la pace, anche se non è facile. Invito tutti a migliorare tutto quello che potete e cercare di fare tutto quello che potete per portare pace in tutto l’universo”.
Le sue parole, seguite da un applauso fragoroso, hanno dimostrato quanto i giovani possano essere veicoli di consapevolezza.
L’evento, intitolato “Memoria e Pace”, ha coinvolto non solo gli studenti, ma anche ex alunni e famiglie, segno di una comunità educante che coltiva legami oltre i banchi di scuola. “Questi progetti nascono in classe, ma si estendono al territorio”, ha spiegato Galleri, ringraziando le istituzioni, tra cui l’assessora Sabrina Serra e il dirigente Francesco Scanu.
La scelta di accostare la Shoah alle attuali crisi migratorie e ai conflitti globali è importante. “Le valigie hanno un significato più attuale che mai, perchè oggi tanta gente fugge da guerre e povertà”, ha osservato Mura, “e come allora, perdono tutto, tranne la voglia di sopravvivere”.
A dare peso istituzionale al messaggio, il Console Onorario dei Paesi Bassi Cristina Ricci: “I giovani interiorizzano i valori proprio attraverso gesti come questi. L’arte e la musica lasciano un’impronta indelebile”.
La conclusione è affidata ancora alle parole della professoressa Galleri: “Il futuro si costruisce ricordando, ma anche agendo. Essere cittadini consapevoli significa rifiutare l’odio, coltivare la gentilezza e la giustizia”.
Un invito che risuona nelle note dei giovani musicisti della Diaz e nelle valigie che, simbolicamente, non partiranno mai: restano con noi, a chiedere di non voltare lo sguardo.
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