Grazioli-Venier: “Ecco perché SailGp è un nuovo capitolo per la vela italiana”

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(Adnkronos) –
SailGp Italia non è solo una squadra: è un manifesto, un ritorno alle origini e insieme uno scatto nel futuro. “L’Italia ha il 70% di costa: la vela è nel nostro Dna”, dice all'Adnkronos Assia Grazioli-Venier, mente e cuore dietro Muse Sport, il consorzio che ha acquisito il team nazionale. Eppure, prima ancora di avere una barca in acqua, l’Italia era già nella top 5 globale per fanbase. “Abbiamo 8,6 milioni di fan della vela nel Paese, ma quasi 2 milioni sono già consapevoli di SailGP: è un’opportunità tutta da esplorare. Ma il dato più impressionante è questo: una volta scoperto il prodotto, il tasso di conversione è del 79%. Significa che 8 persone su 10 diventano fan attivi. È un dato eccezionale nel panorama sportivo”. A Taranto, senza nemmeno una squadra ufficiale, 10,3 milioni di global audience e oltre 6 milioni di euro di impatto economico per la città. “Questa non è la vela di mio padre,” dice Grazioli-Venier, il cui padre – come quello di Gian Luca Passi de Preposulo – ha partecipato alla Whitbread, la regata intorno al mondo, 50 anni fa. “SailGP è velocità, innovazione e sostenibilità. E sta conquistando persone che prima non si sarebbero mai avvicinate alla vela. SailGP Italia è un brand, sì. Ma prima di tutto è un cambio di paradigma. Non potremmo essere più entusiasti di portare il meglio del Made in Italy nel mondo".  
Un esempio concreto di quel potenziale?
 Taranto. Nel 2023, prima ancora dell’annuncio della squadra italiana, Sailgp ha organizzato lì una tappa. Abbiamo registrato 25.000 spettatori dal vivo – uno dei numeri più alti in assoluto a livello globale. L’evento ha raggiunto un’audience televisiva globale dedicata di 10,3 milioni di spettatori, secondo YouGov – cioè persone che si sono sintonizzate globalmente ed intenzionalmente per seguire la regata. Inoltre, ha generato oltre 6,1 milioni di euro di impatto economico diretto per la città, secondo Deloitte. È il tipo di legacy che vogliamo costruire: non solo spettacolo, ma valore concreto per i territori. Quando annunceremo la città che ospiterà la nostra prima gara “home race”, sarà importante comunicare che SailGP non è solo sport, ma una piattaforma strategica con ricadute economiche, turistiche e culturali. Non è un semplice evento di due giorni – è un asset strategico". 
Assia Grazioli-Venier, partiamo dalle presentazioni.
 "Sono co-fondatrice di Muse Capital, un fondo di venture capital che da oltre dieci anni investe in settori trascurati come la salute femminile, la sostenibilità e l’intrattenimento tecnologico. In parallelo, abbiamo creato Muse Sport – la nostra piattaforma di consulenza nello sport – che supporta proprietà consolidate ed emergenti, sia maschili che femminili". 
Come è cominciato tutto?
 "Nel 2012 sono entrata nel Consiglio di Amministrazione della Juventus. Ci sono rimasta nove anni, durante i quali abbiamo sviluppato progetti commerciali come Juventus Academy, Juventus Village e il lancio della squadra femminile nel 2016. È lì che ho iniziato a riflettere seriamente sugli “emerging sports” – la prossima generazione dello sport tradizionale – e ho cominciato a mappare nuove opportunità all’incrocio tra cultura, tifosi e innovazione". 
Cosa avete fatto finora con Muse Sport?
 "Abbiamo investito nei Washington Spirit nella NWSL, e Sports Innovation Lab – che fornisce dati in tempo reale sul comportamento dei fan a livello globale, e realtà emergenti come Miami Pickleball e la WPBL (Women’s Pro Baseball League). Cerchiamo momenti in cui la crescita commerciale si intreccia con l’impatto culturale". 
E la vela come è entrata nel radar?
 "Circa due anni fa mi è stata proposta l’opportunità di investire in un team americano di SailGP. Ammetto che inizialmente ero scettica. Pensavo fosse simile all’America’s Cup – élite, tradizionale, poco appetibile dal punto di vista commerciale. Invece, studiando meglio il modello, ho scoperto il contrario: SailGP è moderno, veloce, inclusivo e guidato da una missione. Una piattaforma racing globale sotto forma di lega velica". 
Cosa ti ha colpito?
 "Diversi aspetti. Innanzitutto il calendario: è internazionale e mensile, con tappe in alcune delle località costiere più iconiche del mondo. Poi l’economia del modello: un tetto di spesa annuo di 10 milioni di dollari rende tutto scalabile e sostenibile. Ma è stato anche lo storytelling: una lega in cui uomini e donne gareggiano insieme, con trasparenza totale sui dati, open-source AI integrata per migliorare le prestazioni e un impegno profondo verso la sostenibilità ambientale. Anche il linguaggio è cambiato: non si parla più solo di vela, ma di 'racing'. Non solo 'sailors', ma 'drivers' e 'players'. È una nuova era". 
Hai iniziato quindi con un investimento nel team USA?
 "Esatto. Sono entrata come investitore di minoranza per capire meglio il modello dall’interno. Più osservavo, più mi rendevo conto che si trattava di una delle opportunità di crescita più sottovalutate nello sport globale. Quando Jimmy Spithill ha espresso la volontà di lasciare il team americano per fondare un team italiano, mi sono mossa subito. Gli ho proposto un consorzio strategico e l’ho convinto che eravamo il partner giusto, per esperienza, visione e network". 
Ed è lì che entra Gian Luca Passi de Preposulo?
 "Sì – Gian Luca è un amico da oltre vent’anni. È un imprenditore straordinario con un background profondo nel lusso e nel branding. Quando gli proposi inizialmente di entrare nel team americano, mi disse: 'Chiamami quando c’è l’Italia'. E così è stato. Insieme a Jimmy, abbiamo costruito un team con radici italiane ma visione globale – unendo competenze in sport, cultura e strategia commerciale. Con Gianluca come chairman, abbiamo costruito un team radicato nel mercato italiano, ma con una visione internazionale". 
Come avete strutturato l’investimento?
 "Siamo entrati con una valutazione di 45 milioni di dollari – competitiva ma proiettata al futuro. Era una cifra coerente sia per gli investitori di fascia alta che per la lega, che ci voleva come partner strategici. Da quando ho investito nella squadra USA, le valutazioni sono cresciute di 3–4 volte, quindi il nostro ingresso è arrivato al momento giusto. E siamo orgogliosi di essere la prima squadra SailGP co-acquisita da un fondo guidato da donne. Dal punto di vista commerciale, ci sono vari settori che oggi dominano le sponsorship SailGP: automotive, banche e fintech, luxury & fashion, media & intrattenimento, healthcare & beauty e consumer tech. Brand come Rolex, Oracle, Mubadala, Cognizant, T-Mobile, Range Rover sono già saliti a bordo. Il valore commerciale per le squadre è aumentato del 300% negli ultimi due anni". 
Perché l’Italia è così importante per SailGP?
 "L’Italia è una nazione marittima – da sempre. Ma ciò che colpisce è che, prima ancora di avere una barca , eravamo già uno dei primi cinque mercati globali per SailGP. Non è solo una questione di tradizione – è potenziale reale. A differenza di Paesi come Australia o Regno Unito, noi non avevamo ancora gareggiato. Eppure il pubblico era già pronto. In Germania, l’annuncio del team nazionale ha generato un +200% di visibilità in una notte. Questo è il tipo di slancio che stiamo costruendo". 
Perché uno sport considerato “di nicchia” sta crescendo così velocemente?
 "Perché SailGP non è più nicchia. È veloce, data-driven, sostenibile, inclusivo e pensato per il digitale. L’85% dei fan globali non arriva dalla vela, ma dal motorsport. È un pubblico da racing, non da regata. E SailGP parla la loro lingua. In più, i campionati misti uomo-donna rappresentano una straordinaria opportunità commerciale. Mi entusiasma l’idea di dimostrare che avere uomini e donne come fan core dello stesso prodotto è una strategia vincente. Gli studi dimostrano che le donne sono fan più fedeli, più coinvolte e con maggiore potere d’acquisto – quindi è anche una scelta di business intelligente. Non è solo questione di chi è a bordo – ma di chi guarda, chi condivide e chi compra". 
E’ anche un pubblico più giovane?
 "Assolutamente. Fin dall’inizio, SailGP ha puntato su piattaforme come TikTok, Instagram e YouTube. Oggi la lega ha superato 1,8 miliardi di visualizzazioni video e continua a crescere tra Gen Z e Millennial. Il prodotto è visivo, cinematografico e globale – proprio ciò che le nuove generazioni cercano". 
E ora?
 Adesso inizia il vero lavoro. SailGP Italia non è qui solo per gareggiare, siamo qui per costruire qualcosa di iconico. In acqua, abbiamo un oro olimpico come Ruggero Tita. Fuori dall’acqua, e con Red Bull come title sponsor, abbiamo costruito un team capace di far crescere brand, cultura e risultati. Perché, alla fine, il team è tutto. Dentro e fuori dall’acqua". (di Andrea Persili) —economiawebinfo@adnkronos.com (Web Info)

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