
Luras, 13 maggio 2024 – La Gallura perde una delle sue figure più luminose. Marisa Careddu, architetta, insegnante amatissima e sindaca di Luras per tre mandati, si è spenta il 12 maggio a 69 anni dopo una breve malattia, lasciando un vuoto incolmabile nel cuore di chi l’ha conosciuta. La notizia, giunta come un fulmine a ciel sereno, ha scosso non solo Luras, già provata da recenti tensioni politiche, ma l’intera Sardegna, che oggi piange una donna capace di coniugare rigore istituzionale, passione civile e un’umanità senza confini.
Dalla cattedra al Comune: una donna di valori
Nata nel 1956, Marisa Careddu aveva radici profonde nella sua terra. Diplomata al Liceo Dettori di Tempio Pausania e laureata in Architettura alla Sapienza di Roma, ha dedicato la vita a due vocazioni parallele: l’insegnamento e il servizio pubblico. Dal 1987 ha formato generazioni di studenti nelle scuole superiori, trasmettendo non solo competenze tecniche – disegno, progettazione, costruzioni – ma anche il valore dell’impegno e del rispetto. “una delle docenti più professionali, preparate e caparbie mai avute, sei stata un faro per noi”, scrive un ex allievo. “Le tue sgridate mi hanno fatto crescere”, ricorda un altro.
Parallelamente, portava avanti il suo studio di architettura a Luras, progettando spazi ma costruendo soprattutto relazioni. Nel 1997 intraprese la carriera politica, diventando consigliera, poi vicesindaca e infine prima cittadina nel 2006, eletta con il 63,9% dei voti. Per tre mandati ha guidato Luras con visione e dedizione, trasformando il paese attraverso iniziative urbane e sociali, sempre con un’attenzione viscerale alle esigenze dei cittadini. “Amministrare non è un gioco”, ripeteva. “Serve serietà, competenza e amore per la collettività”.
La politica come servizio, la denuncia come dovere
Marisa non fu solo un’amministratrice: fu una voce scomoda quando necessario. Negli ultimi anni, i suoi post sui social denunciavano varie criticità, tra cui quelle del sistema sanitario nazionale. “Ogni ritardo è un dolore”, scriveva, riferendosi alle lunghe attese per ottenere ausili sanitari, un problema che aveva toccato anche sua madre anziana. Pur non essendo più in carica, non smise di lottare: esortava sempre a “togliere il velo” sulle ingiustizie che ferivano i più fragili.
Artista, moglie, madre: la Marisa oltre i ruoli
Dietro l’impegno pubblico c’era una donna poliedrica. Appassionata d’arte, sperimentava tecniche pittoriche e scultoree e condivideva orgogliosa le sue opere. Amava viaggiare, raccontare luoghi e culture, e soprattutto stare tra la gente. “La sua priorità era la famiglia”, ricorda un messaggio sui social: al marito Maurizio e alla figlia Nicoletta ha dedicato ogni scelta, senza mai rinunciare a essere presente per la comunità. “Moglie e madre, questo sono prima di tutto”, scriveva.
Il cordoglio di una regione
I messaggi di condoglianze si moltiplicano e raccontano una storia collettiva. Il sindaco di Tempio, Gianni Addis, la ricorda come “amministratrice stimata e punto di riferimento per la Gallura”. Emiliano Deiana, ex sindaco di Bortigiadas, evoca “disciplina e onore”, mentre gli allievi sono concordi nel sostenere quanto severa ma generosa sia stata nel suo ruolo.

Addio a una maestra di vita
Marisa Careddu non era solo un’insegnante di costruzioni: era un’architetta di comunità. Ha edificato ponti tra istituzioni e cittadini, tra teoria scolastica e pratica di vita, tra denuncia e speranza. A me, che ho avuto il privilegio di essere sua allieva all’Istituto Tecnico di Tempio Pausania, e a tutti noi che l’abbiamo stimata oltre ogni misura, ha mostrato con il suo esempio che la professionalità non esclude la compassione – non solo tra i banchi di scuola, ma nelle scelte di una vita intera spesa al servizio degli altri. E che l’impegno civile, prima ancora che un dovere, è un atto d’amore radicato nel rispetto per la comunità che ha sempre definito “casa”.
Oggi, mentre Luras si stringe attorno alla sua famiglia, quegli insegnamenti risuonano più forti che mai. Come scrisse lei stessa: “Candidarsi non è un gioco”. E Marisa, nella sua vita, non ha mai giocato. Ha costruito.
I funerali saranno celebrati domani mercoledì 14 maggio alle ore 16 nella chiesa di Nostra Signora del Rosario, partendo dal Giovanni Paolo II.
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