
Olbia si è fermata, come accade ogni anno a metà maggio, per onorare il suo santo patrono San Simplicio. Quella del 15 maggio non è stata solo una data sul calendario, ma il cuore pulsante di una tradizione che unisce fede, memoria e orgoglio identitario. Migliaia di persone hanno riempito le strade per seguire la processione, momento clou della festa che proseguirà fino a domenica 18 maggio tra concerti, folklore e gastronomia.
Già dalle prime luci dell’alba, la città si è svegliata con le note della banda musicale Felicino Mibelli: la tradizionale “Diana” ha dato il buongiorno a Olbia con un giro tra le vie del centro, facendo tappa anche in municipio dove il sindaco Settimo Nizzi ha accolto i musicisti… e si è unito a loro, suonando anche lui la grancassa, come da tradizione.
Alle 11.30, nella Basilica romanica dedicata al santo, si è celebrata la solenne messa pontificale, presieduta dal vescovo della diocesi Tempio-Ampurias, Monsignor Roberto Fornaciari. Nell’omelia, un messaggio forte e chiaro: accoglienza, apertura, fratellanza. Durante la celebrazione, monsignor Fornaciari ha legato la figura del santo all’attualità, con un riferimento esplicito a Papa Francesco e alla sua visione della Chiesa aperta al mondo e alle sue diversità. «Simplicio giunse a Olbia via mare, come molti oggi. Il suo esempio ci ricorda che chi arriva da lontano porta opportunità, non solo problemi». Un messaggio significativo per la città più multiculturale della Sardegna, dove il 18% della popolazione è di origine straniera.

Il pomeriggio è stato animato dal raduno dei gruppi folk in piazza San Simplicio, giunti da ogni angolo della Sardegna. A dare il via alla processione, alle 18 in punto, è stato il momento più emozionante: l’uscita del simulacro ligneo del santo dalla Basilica, tra applausi, segni della croce e occhi commossi.
San Simplicio è apparso tra rose bianche e gialle. Una cascata di petali lo ha avvolto nel giorno della sua festa. Un’edizione carica di simbolismi, quella del 2025: il rosso del martirio ha lasciato spazio ai colori della bandiera vaticana, in omaggio al nuovo pontefice. Una scelta voluta dal parroco della Basilica, don Antonio Tamponi, che ha spiegato: «Il bianco e il giallo richiamano la resurrezione e i giorni straordinari della Chiesa, come l’insediamento del Papa».

La statua lignea del santo, martirizzato nel 304 d.C. sotto Diocleziano, è uscita dalla basilica romanica alle 18, accompagnata da un corteo solenne. Ad aprire il percorso, il vescovo Roberto Fornaciari, i carabinieri a cavallo e le bande musicali Felicino Mibelli di Olbia e Demuro di Berchidda. Il corteo ha attraversato le vie principali del centro – via Fausto Noce, Boccherini, Lombardia, Mameli, Trento, Redipuglia, corso Umberto – accompagnato da una lunga scia di fedeli, sindaci con la fascia tricolore, gruppi folkloristici, bandiere votive e le bande musicali di Olbia e Berchidda.
Mentre il simulacro avanzava, i balconi si sono trasformati in quadri viventi: ognuno ha addobbato con le lenzuola più belle, più candide, più ricamate e ricche, foglie e petali di rosa sono stati lanciati al passaggio del santo.
Un momento molto atteso è l’arrivo davanti al Municipio, dove – come vuole la tradizione – una pioggia di petali di bianchi e rosa è caduta dall’autoscala dei vigili del fuoco sul santo portato a spalla. Un’immagine che ogni olbiese porta nel cuore e che, anno dopo anno, rinnova l’emozione popolare.
Ma la festa non si ferma. Dopo la processione, spazio alla musica con la rassegna regionale del folklore e i cori sardi diretti da Giuliano Marongiu. E gli appuntamenti continuano: oggi giovedì 16 maggio ci sarà la gara di poesia sarda, poi la sagra delle cozze sabato 17 al Parco Fausto Noce – con cinquanta quintali di molluschi e fiumi di Vermentino – e i concerti di Fabrizio Moro e dei Tazenda.
Domenica 18, invece, spazio allo spettacolo equestre con il Palio della Stella, che vedrà 26 Comuni della Gallura sfidarsi per conquistare lo stendardo del santo patrono. A chiudere la giornata, il concerto corale “Mesu maju in coro” e l’ultima grande esibizione musicale sul palco del Fausto Noce.
Guardando la città vestita a festa, i balconi decorati, le strade affollate, è facile crederlo: Sa Festa Manna de Mesu Maju continua a essere l’anima di Olbia.
© Riproduzione vietata
Commenta per primo