
(Adnkronos) – A oltre cinquecento anni dalla morte, Leonardo Da Vinci (1452-1519) continua a generare scoperte rivoluzionarie. Per la prima volta, un team internazionale di studiosi è riuscito a identificare il cromosoma Y condiviso da sei discendenti viventi della linea paterna della famiglia Da Vinci, aprendo la strada alla possibile ricostruzione del profilo genetico del genio del Rinascimento. Intanto, nel borgo natale di Vinci (Firenze) sono stati avviati gli scavi archeologici nella tomba familiare, dove i primi resti ossei compatibili con i suoi antenati sono già in fase di analisi. Queste straordinarie novità sono presentate nel volume "Genìa Da Vinci. Genealogia e genetica per il Dna di Leonardo", pubblicato da Angelo Pontecorboli Editore e firmato dal leonardista Alessandro Vezzosi e dalla storica Agnese Sabato, fondatori dell'Associazione Leonardo Da Vinci Heritage. Il progetto è sostenuto dal Comune di Vinci e coinvolge, tra gli altri, l'Università di Firenze, la Rockefeller University di New York e il J. Craig Venter Institute in California. Il volume "Genìa Da Vinci" aggiorna e amplia un complesso albero genealogico iniziato nel 1993. Dal 1331 a oggi, sono state documentate 21 generazioni, per un totale di oltre 400 individui, di cui 219 (119 maschi e 100 femmine) appartenenti al ramo Da Vinci/Vinci. Tra questi, gli autori hanno ricostruito la discendenza patrilineare fino a identificare 15 discendenti diretti maschi – di cui 2 recentemente scomparsi – parenti in linea genealogica del padre di Leonardo, ser Piero, e del fratellastro Domenico Benedetto. Sei di loro sono stati sottoposti ad analisi genetiche, coordinate da David Caramelli, antropologo molecolare e presidente del Sistema museale dell'ateneo fiorentino, insieme a Elena Pilli, antropologa forense. Le analisi hanno rivelato corrispondenze nel cromosoma Y – il marcatore genetico trasmesso esclusivamente da padre in figlio – confermando così la continuità della linea genetica maschile della famiglia Da Vinci, almeno dalla quindicesima generazione in poi. Nel frattempo, sono partiti gli scavi archeologici nella chiesa di Santa Croce a Vinci, storicamente documentata come luogo di sepoltura della famiglia. Le ricerche, guidate dagli antropologi Alessandro Riga e Luca Bachechi del Dipartimento di Biologia dell'Università di Firenze, hanno già portato al recupero di alcuni frammenti ossei. Uno di questi, datato con il radiocarbonio, è stato selezionato per analisi paleogenomiche: le indagini preliminari, condotte da Martina Lari, indicano che si tratta di un individuo maschile, compatibile con l'età dei presunti parenti di Leonardo. "Sarà necessario valutare se il Dna estratto è sufficientemente preservato", spiega David Caramelli. "Se le condizioni lo permetteranno, procederemo alla comparazione con il cromosoma Y dei discendenti viventi". Un esito positivo confermerebbe la validità della ricostruzione genealogica e darebbe il via a una nuova fase del progetto: la ricerca del Dna di Leonardo nei manoscritti, nelle opere o nei resti attribuiti. Il profilo genetico di Leonardo potrebbe rivelare tratti biologici come mancinità, percezione visiva, alimentazione, predisposizioni sanitarie e aspetto fisico. Lanciato nel 2016, il Leonardo da Vinci Dna Project è coordinato dalla Rockefeller University e coinvolge istituzioni di primo piano tra cui il J. Craig Venter Institute e l'Università di Firenze, con il sostegno della Achelis and Bodman Foundation (New York), della Richard Lounsbery Foundation (Washington D.C.) e altri partner pubblici e privati. Il principio guida è la tracciabilità del cromosoma Y, rimasto invariato per secoli. "Studiare il Dna di Leonardo può portarci a scoprire le basi biologiche della sua genialità, della sua acutezza visiva, della creatività, e forse anche della sua salute e delle cause della morte", afferma Vezzosi. Il volume "Genìa Da Vinci" è anche un affascinante viaggio tra documenti, luoghi e figure storiche. Gli autori ricostruiscono con rigore la rete delle dimore della famiglia Da Vinci, tra il borgo e la campagna di Vinci, individuando sette abitazioni familiari e due case appartenute a Leonardo, ereditate dallo zio Francesco e oggetto di dispute con i fratellastri. Particolare attenzione è riservata a due figure fondamentali: il nonno paterno Antonio – non un semplice agricoltore bensì un mercante viaggiatore tra la Spagna Catalana e il Marocco – e la madre di Leonardo, Caterina. Grazie a un'accurata analisi delle ricerche esistenti, delle fonti e dei documenti d'archivio, la figura di Caterina emerge sempre più chiara – e non romanzata – è sempre più plausibile la sua identificazione con la schiava al servizio del ricco banchiere Vanni di Niccolò di ser Vanni. Sono una serie di atti testamentari e di donazioni a documentare, dal 1449, i rapporti tra quest'ultimo (morto nel 1451) e il giovane notaio ser Piero, suo esecutore testamentario. Tra le rivelazioni più sorprendenti del volume curato da Vezzosi e Sabato, anche un'inedita scoperta artistica. Sulla cappa di un camino dell'ex casa Bracci a Vinci è stato rinvenuto un grande disegno a carboncino di rara intensità espressiva, raffigurante una creatura fantastica: un "Drago Unicorno", con corno a spirale, becco arcuato, denti ricurvi, ali membranose, coda serpentina e lingua infuocata. Secondo Vezzosi e Sabato, le sue caratteristiche iconografiche anticipano alcuni studi leonardiani sul volo e sull'anatomia comparata. L'attribuzione, ancora in fase di verifica scientifica, è condivisa dalla direttrice del Museo Leonardiano, Roberta Barsanti, e dal sindaco di Vinci, Daniele Vanni. Il disegno (circa 80×70 cm) sarà restaurato a cura della Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio. Il volume dedica spazio anche al pensiero di Leonardo sull'ereditarietà. Nei suoi scritti, il genio toscano riflette sull'influenza dell'ambiente, dell'alimentazione e del comportamento dei genitori sui figli: osservazioni straordinariamente attuali, che anticipano concetti oggi riconducibili all'epigenetica. "Leonardo si interrogò sull'origine dell'essere umano non solo da un punto di vista biologico: nei suoi studi sulla generazione, il concepimento diventa un atto complesso in cui natura, affetti e destino si intrecciano anticipando temi che oggi rientrano nel dibattito tra genetica ed epigenetica", spiega Agnese Sabato. Il libro si chiude con un suggestivo confronto tra alcuni tratti somatici dei discendenti e il celebre autoritratto di Leonardo. Ma l'elemento centrale resta la scienza: se il sequenziamento di frammenti di Dna darà esito positivo, potremo conoscere tratti fisici, predisposizioni sanitarie, capacità visive e forse anche le cause della morte del genio. "Non è solo l’autore della Gioconda", conclude Jesse Ausubel della Rockefeller University. "È una sfida per ridefinire i limiti della conoscenza storica e culturale". Per Vinci, il borgo che accolse un bambino illegittimo destinato a cambiare la storia dell'arte e della scienza, il progetto rappresenta orgoglio identitario e nuova linfa culturale. La ricerca sarà anche alla base di un documentario internazionale e di una futura produzione cinematografica. L'anteprima del libro è prevista al Teatro di Vinci giovedì 22 maggio, alle 21. "E una cosa appare ancor più certa: la conoscenza di Leonardo Da Vinci è tutt'altro che conclusa", conclude Vezzosi. La presentazione alla stampa internazionale delle novità leonardiane si è tenuta oggi pomeriggio a Firenze, in Palazzo Medici Riccardi, alla presenza degli autori Alessandro Vezzosi e Agnese Sabato con gli interventi di Daniele Vanni, sindaco di Vinci, e Simone Sartini, vicedirettore dell'Archivio di Stato di Firenze. Durante la conferenza è stato letto un contributo scritto di Jesse H. Ausubel della Rockefeller University, direttore del "Leonardo Dna Project". (di Paolo Martini) —culturawebinfo@adnkronos.com (Web Info)
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